venerdì 30 marzo 2007

La Verdura

Ho conosciuto un vecchio commerciante di ortofrutticoli,
un uomo che nella vita ne ha viste di cotte e di crude.
Un uomo con un passato, per capirci...

Un passato di verdura.

giovedì 29 marzo 2007

Legalizzatele


Io sono favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere.

Dato che ne ho fatto uso ( e anche abuso ) ritengo le droghe leggere pericolose quanto l'alcool e il tabacco quindi se devo ragionare in termini di pericolosità per la salute, non ho assolutamente nulla contro la loro liberalizzazione, ognuno è libero di ammazzarsi come crede.

Ma credo anche che ogni cosa abbia il suo prezzo e che per ogni diritto corrisponda un dovere.

Se io mi ubriaco non posso guidare un veicolo, non solo per la mia incolumità, ma anche e sopratutto per quella altrui, quindi, la stessa cosa dovrebbe essere per uno spinellone.

Se vado a lavorare ubriaco il mio datore può licenziarmi per giusta causa, così dovrebbe essere se mi trombo un kg di hashish.

Se, come mi auspico, vengono legalizzate le droghe leggere, di pari passo le varie normative dovrebbero essere aggiornate.

Essendo le droghe leggere più subdole dell'alcool e più difficilmente identificabili ( Nel senso che se sei un'alcolizzato ti puzza l'alito ) direi che i responsabili delle imprese potrebbero essere autorizzati a sottoporre periodicamente i propri dipendenti a esami tossicologici per verificare la quantità di sostanza stupefacente nel sangue e quindi la loro situazione psicofisica.

Prova a immaginare un muratore a venti metri da terra su un'impalcatura, o un operaio alla guida di un muletto...prova a pensare alle rogne che si passa il suo capo se questi si fanno del male o fanno del male a qualcuno...queste non sono cose da sotto valutare.

Ho avuto occasione di lavorare spesso con persone che sniffavano coca o pippavano cannabis a nastro, vi posso garantire che è molto difficile.

Io non prenderei mai a lavorare con me un consumatore pesante di cannabis, un'alcolizzato o un cocainomane.

Personalmente non potrei fidarmi di uno che abusa di sostanze psicotrope, potrebbe creare dei problemi, sicuramente se li sta creando per se.

Quindi, se ti interessa la mia opinione, io sono favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere e auspico che venga fatta una legge apposita, ma credo anche che le cose debbano esser fatte cum grano salis.

Sono sicuramente meno bacchettone di quel bofonchioso del Giovanardi, ma mi piacciono le cose fatte per benino.

lunedì 26 marzo 2007

Il fallimento del copyright

Leggo in questo momento un interessante articolo su Punto Informatico che ti invito a leggere.

Al di là della notizia, mi permetto di fare un ragionamento sui diritti d'autore e la loro utilità.

E' ormai chiaro che di norma, non frega nulla a nessuno se il diritto d'autore venga o meno rispettato.

Persino tu che mi stai leggendo suppongo che preferisci un cd piratato a gratis che un cd originale pagato, oppure ti acconteni di un mp3 a gratis, oppure utilizzi le mie immagini senza rispettare i termini di licenza.

Ma perchè siamo arrivati a questo? Forse perchè grazie ad internet abbiamo capito il valore delle cose e abbiamo visto che molte cose che fino a ieri ci venivano fatte pagare a peso d'oro, ora vengono fornite a gratis.

Siamo arrivati a questo perchè spesso ci vengono venduti prodotti che funzionano male, che richiedono upgrade e patch per rimediare a bugs ed errori vari.

Ora vedi, secondo me il diritto d'autore è deligittimato nel momento in cui YouTube ti mette a disposizione milioni di filmati non protetti che fanno concorrenza a una qualsiasi rete televisiva.

Il diritto d'autore perde importanza perchè milioni di persone non possono accedervi perchè piccoli pesci in un oceano sconfinato ( mica tutti sono come i Metallica). Non rispettare il diritto d'autore è un reato, anche scrivere sui muri lo è...ma nel sentire comune entrambe le cose non sono più sentite. Perchè il mondo è cambiato e il diritto d'autore viene percepito come il diritto di brevetto sui farmaci: viene percepito come un'angheria.

Secondo me il diritto d'autore va rispettato, come una cosa sacra. Se vuoi usare un'immagine, una musica un qualsiasi cosa protetta da diritti che non vuoi pagare, NON FARLO.

Non commettere un reato, fanne a meno, otterrai due risultati:
  1. Non infrangi la legge
  2. Non dai un dispiacere al detentore dei diritti che non si sentirà sfruttato.
Hai sempre un'alternativa, usa prodotti non protetti, magari sono anche a gratis.
Sarà il tuo piccolo contributo per costruire un mondo nuovo, una piccola rivoluzione senza morti.

Bill Gates sostiene che l'open source è uguale al comunismo, forse ha ragione, ma ad oggi io ho sempre avuto problemi con i suoi software ( pagati! ) e ne ho avuti molti meno con altri software ( Free - A gratis ).

Perciò...fai quello che vuoi, ma fai la cosa giusta.

sabato 24 marzo 2007

Le parole

Le parole non contano!
Per farlo hanno inventato i numeri.

mercoledì 21 marzo 2007

Gianni Morandi


E' primavera e continuo nella mia piccola galleria di ritratti fatta per Match Music in occasione di un Festival di sanremo qualche anno fa.

Oggi vi presento Gianni Morandi; con lui è stato facile, ho pensato subito a Dorian Gray e così ho aggiunto una luce inquietante sull'eterna fanciullezza di cui il Gianni nazionale può ben vantarsi.

Ciunga, ciunga ciu-ciunga!

martedì 20 marzo 2007

4 - Il Tutto e il Tempo

Il Tutto in balia del Tempo e vittima del capriccio di Anarchos era un eterno movimento di corpi celesti privi di nome e di forma.

Nel loro moto disordinato essi si sfioravano o si scontravano generando grandi catastrofi e fiamme dal calore mortale che trasformarono il Tutto in un oceano di stelle.

La Dea, nella sua infinita saggezza, vide la crudeltà di tutto questo e vide che il tutto era fatto di luoghi morti e oscuri o da stelle dalla luce spettrale e malsana.

Nessuna regola, nessun equilibrio governava il Tutto e corruzione e caos regnavano sovrani per il piacere di Anarchos.

E allora la Dea si immerse nel Tutto e il Tutto divenne Veritas e Veritas divenne il Tutto: e furono una cosa sola.

Domenico Modugno


Quando mi sono trovato per le mani Domenico Modugno sono rimasto imbarazzato.

Ovviamente Modugno è Mr Volare, ma legarlo a questa iconografia mi sembrava poco: troppo nazional-popolare. Ho quindi cercato un modo semplice per rappresentarlo nella sua atemporalità, perchè Domenico Modugno è fuori da ogni epoca e molte sue canzoni sono veramente una forza della natura.

Quindi l'ho immerso in una realtà digitale, nel limbo della realtà vrituale dove può essere riprodotto all'infinito sino ad essere il tutto.

lunedì 19 marzo 2007

Big Jim


Nella mia infanzia non c'erano solo i soldatini Atlantic, c'era anche il Big Jim!
Cosa ci si faceva con il grande Jim?

Ci si faceva il campeggio con la roulotte, si andava a caccia di gorilla e coccodrilli, si risolvevano delitti efferati, si scalavano vette e si affrontavano jungle insidiose nel giardino sotto casa.

Più tardi ci siamo pure divertiti con le Barbie delle nostre amichette.

Ma la cosa più divertente che ricordi fu quella volta che organizzammo un gran concerto in cui i nostri Big Jim interpretarono i Jethro Tull.

Impianto HiFi a manetta, "A Passion Play" (vinile) sul piatto e giù a schitarrare su strumenti in scala trovati nei sacchetti delle patatine o chissà dove ( solo la batteria ce l'eravamo costruita con materiali di recupero.

Fu un bel concerto! Alla fine, coca (cola) party e orgia con le Barbie.

Credo che siamo stati gli unici 12enni sesso, droga e r&r del periodo.

Se vuoi saperne di più su Big Jim ti consiglio questo sito

sabato 17 marzo 2007

I Soldatini - 2


Dato che abito in campagna, terreno da gioco per i piccoli soldatini Atlantic non ci mancava ( a tal proposito ti rimando al post " I Soldatini") d'estate giocavamo all'aperto, d'inverno nel chiuso dei nostri salotti, eravamo una bella compagnia di 4/5 amici e ci divertivamo un casino.

Tenevamo i nostri eserciti nelle grosse scatole regalo di brandy o liquori vari tipo lo Stock 84 o l'Amaro 18 Isolabella, tutti ben insachettatti e divisi per nazionalità.

Ognuno di noi aveva la sua fanteria, i suoi tanks, i suoi veicoli di trasporto truppe e la sua armata aerea. Una giocata poteva impegnare un'intero pomeriggio, se eravamo in vacanza anche una giornata intera.

Per prima cosa sceglievamo il terreno di gioco, poi ognuno si costruiva la sua base con tanto di aereoporto e recinzioni fatte con mattoncini di Dash e filo spinato ricavato dagli avvolgimenti di rame dei motorini elettrici sostenuto da stuzzicadenti che fungevano da cavalli di frisia.

Il tutto era disposto con cura e strategicamente in modo da dissuadere il nemico da attaccare la base principale: il perimetro era difeso dall'artiglieria da campo e dai tanks, l'aereoporto dalla contraerea e c'era sempre un nutrito gruppo di unità caricato su veicoli di trasporto ( camion, m113 o elicotteri ) pronto all'azione.

La cosa più difficile era conquistare nuovi territori e quindi costruire nuove basi, per poter attaccare il nemico su più fronti o per difendere un fianco scoperto.

Per fare questo si costituiva una colonna corazzata: quattro tank in testa seguiti dai veicoli di trasporto truppe e dalle unità contraeree con una nutrita scorta di tank in coda, il tutto protetto sui fianchi da Jeep e sidercar ( bellissime quelle della Wermacht ) armate di mitragliatrici.

Questa colonna era piuttosto lenta da muovere, i carrarmati non facevano più di 30 cm a mossa, dovevi anche tener conto che il nemico poteva aver minato il terreno ( non vi sto qui a spiegare tutte le regole che ci eravamo dati ) ma la cosa peggiore che poteva capitare era un' attacco aereo.

Tu eri li, in mezzo alla piana e vedevi avvicinarsi i due bombardieri nemici ( due mani=due aerei ) avevi due scelte:

  1. Correre alla base a alzare i tuoi caccia
  2. Disperdere la colonna e tirare con la tua contraerea
Comunque sia, il bombardamento nemico qualche danno te lo faceva sempre. Però se ti eri ben premunito, magari danneggiavi seriamente almeno uno dei bombardieri e magari lo costringevi ad un atterraggio di emergenza.

A questo punto potevi scagliare i tuoi mezzi veloci nel tentativo di catturarlo ( così avevi un'ostaggio che ti garantiva la non belligeranza del nemico ) il quale però a sua volta alzava i suoi elicotteri zeppi di tecnici e commandos armati per sventare il tuo tentativo.

Era tutto molto divertente...la prossima volta vi racconterò come giocavamo con i soldatini degli antichi romani, greci, egiziani ecc... Tutto o quasi sui Soldatini Atlantic

venerdì 16 marzo 2007

L'estate del razzo


Fino a un istante prima era ancora l'inverno dell'Ohio, le porte chiuse, i vetri alle finestre ricoperti di brina, stalattiti di ghiaccio a frangia d'ogni tetto, bimbi che sciavano sui pendii, massaie dondolanti come grandi orsi neri nelle loro pellicce sulle vie gelate.

E a un tratto una lunga onda tiepida era passata sulla cittadina. Una marea d'aria calda, quasi che qualcuno avesse lasciata aperta la porta di una panetteria. Il calore pulsava tra le casette, i cespugli, i ragazzi. Le stalattiti di ghiaccio si distaccavano, rovinose, e, in frantumi, si scioglievano rapidamente. Le porte si spalancavano. I vetri delle finestre si alzavano impetuosi. I ragazzi buttavano via gli indumenti di lana. Le massaie si spogliavano delle loro pelli d'orso.
La neve si scioglieva a mostrare la verde antica prateria dell'ultima estate.

L'estate del razzo. Le parole passavano di bocca in bocca nelle case aperte, ben areate. L'estate del razzo. La calda aria del deserto che mutava i ghirigori di ghiaccio sulle finestre, cancellava l'opera d'arte. Sci e slitte improvvisamente inutili. La neve, nel cadere dal cielo freddo sul villaggio, si trasformava in una pioggia torrida ancor prima di toccare il suolo.
L'estate del razzo. La gente si sporgeva di sotto le verande gocciolanti a spiare il cielo che s'arrossava.

Il razzo stava sul campo di lancio, eruttando rosee nubi di fuoco, esalando scoppi d'aria rovente. Il razzo si levava nella fredda mattina invernale e creava l'estate a ogni respiro dei suoi possenti ugelli di scarico. Il razzo faceva i climi, le stagioni, e l'estate fu per un breve istante sopra la terra...

da CRONACHE MARZIANE di Ray Bradbury

giovedì 15 marzo 2007

3 - La venuta del Tempo

Anarchos il Malvagio vide il Tutto e vide che il Tutto era immobile perché ancora intriso della purezza della sua origine, essendo esso generato dai frammenti dello specchio Fotos.

Anarchos vide che il Tutto immoto era puro e semplice come puro e semplice è il potere di Veritas.

Allora il Malvagio impresse al Tutto il suo volere, capriccioso e violento, corrompendolo con un moto selvaggio e caotico.

Il Tutto da allora si mosse dentro se stesso, secondo il pensiero incostante di Anarchos, e la sua purezza primigenia fu corrotta.

Fu così che naque il Tempo che scorre, che tutto muta e tutto corrompe.


mercoledì 14 marzo 2007

Mina


Terzo ritratto.

Per me Mina era ed è in assoluto la regina della musica italiana. Studiati la sua biografia e vedrai che non puoi darmi torto.

In suo onore ho realizzato questo ritratto semplice che mostra il ieri e l'oggi, le mille bolle blu e la sua ascesa internazionale. La canzone interpretata da Mina che preferisco è Un Anno d' Amore nella versione giapponese.

Mina su Amazon

lunedì 12 marzo 2007

Il perchè di un Impero 2


Sento la necessità spiegare meglio i concetti su cui ho trattato ne "Il perchè di un Impero".
Sono cose grosse, lo so, ma mi piace ragionarci sopra, cercarne un motivo...cioè mi piace provarci.

Quello che mi chiedo è, perchè una nazione diventa un Impero? Perchè, un principe, un elitè politica ad un certo punto decide di imbarcarsi nell'avventura di creare un Impero?

Lo hanno fatto praticamente tutti: gli Assiri, gli Hittiti, gli Egiziani, i Macedoni di Alessandro, i Romani, i Cinesi, i Franchi, i Teutonici e poi andiamo avanti con Napoleone, Elisabetta I, La Spagna, Hitler, Mussolini, l'Urss e gli Usa.

Pensaci un'attimo, avere un'impero significa dominare su altri e quindi poter gestire le cose tenendo il coltello dalla parte del manico, significa essere forte e incutere paura o rispetto e quindi tenere i nemici lontani e i leccaculo vicini: una bella soddisfazione se ci tieni a queste cose.

Se io avessi un'impero credo avrei un'ego piuttosto satollo di me stesso e ciò potrebbe farmi sentire bene.

Dico potrebbe perchè avere un impero significa anche camminare sulla testa di parecchia gente che non lo potrebbe gradire, oppure semplicemente attirare la loro invidia ( i meschini, lo vorrebbero loro un impero! ).

Benito Mussolini ( il Grande Statista...ha ha ha ) proclamava " Molti nemici, molto onore" e cercò di regalarci un impero degno degli antichi fasti. Ovviamente si sbagliava ( il Grande Statista! ) gli USA ci hanno insegnato che puoi farti un impero senza crearti tanti nemici ( e senza rinunciare all'onore ) basta un po' di ambizione e l'intima convinzione di essere nel giusto.

Per fare un impero ci vuole perciò l'ambizione dei regnanti e quella del popolo regnato: è un investimento, un capitale a rischio, che sudditi e regnanti investono per migliorare il loro tenore di vita ( ti faccio comunque notare che il rischio è basso per i regnanti e che questi avranno gli utili maggiori nel caso l'affare vada a buon fine ).

Mandi mezzo milione di soldati a "liberare" qualcuno da qualcosa, se ti va bene, il "liberato" ti dovrà riconoscenza e alzerà il tenore di vita della tua gente; se ti va male, la tua gente ( quella che ti è rimasta viva) ti appenderà come un maiale a Piazzale Loreto e sarà grata al nuovo imperatore per averla liberata della tua incapacità! Così è la vita.

Ma per fare un Impero ci vuole molta motivazione e molta incoscienza, gli Imperatori possono essere delle bestie, ma raramente sono dei coglioni. La riprova di questo è che raramente rischiano del loro e che comunque sono sempre gli ultimi a pagare. L'imperatore è colui che ha l'idea e che manda gli altri a realizzarla, è il primo che ne coglie il frutto e l'ultimo che ne paga il fio; bella vita quella dell'Imperatore.

Gli Imperi vengono creati dai regnanti che sono incapaci di far crescere il proprio popolo e cercano oltre i confini una risposta alle proprie ambizioni. Gli imperatori nascondono dietro la grandezza degli eserciti il proprio fallimento di politici, di gestori della cosa pubblica e rivolgono la loro attenzione rapace verso le ricchezze di altri popoli: per poter arricchire la propria gente senza rinunciare ai propri privilegi di ricchezza, fama e potere. E' questa la realtà, nuda e cruda.

Gli Imperatori ipnotizzano il popolo con sogni di regalità e ricchezza, tanto mica sono che muoiono al fronte, si fanno belli con il sacrificio altrui ( dei loro concittadini e dei popoli sottomessi ) distribuiscono le briciole e si godono la gloria: tutti ricordiamo Alessandro Magno, ma sai che palle essere un suo oplita!

Tu lo vuoi davvero un Impero? Se si, vatti arruolare e tanti auguri ( io resto a casa con la PlayStation ).


sabato 10 marzo 2007

Il perchè di un Impero


A me piace la Civiltà Romana, quella della Repubblica, dei Cesari e anche quella degli Imperatori Bizantini. Sono estremamente affascinato della loro grandezza, ma siamo onesti, chi erano 'sti Romani?

Da quello che ne so, in fondo erano un gruppo di pecorari Latini che un bel giorno decisero di riunirsi in un' urbe (Roma) e che proprio per questo attirarono le attenzioni degli Etruschi che li colonizzarono.

Ma 'sti pecorari non stavano bene sotto il giogo Etrusco, si liberarono del giogo e fondarono la Repubblica, così ottenuta l'indipendenza, dovettero fare i conti anche con i Greci del Sud. Non solo, ma dovettero anche vedersela, più di qualche volta, con i Celti del Nord Italia ( che spesso erano aiutati e foraggiati dalle città Etrusche ).

Ai pecorari non andava proprio giù questo stato di cose e decisero di farla finita, un pezzo alla volta si presero tutta l'Italia e la loro piccola città da urbe divenne l'Urbe; poi siccome anche l'Italia gli stava stretta, proseguirono con Cartagine ecc... ecc...

Ma ti sei mai chiesto il perchè si presero questa briga?

Forse ho la risposta, anzi due:
  1. I pecorari Latini erano indubbiamente ambiziosi
  2. Man mano che si espandevano avevano capito che si poteva campare a spese dei territori conquistati e, di conseguenza, più vasto era il dominio meglio si campava.
Allora io penso questo...

Quando i Romani muovevano guerra a qualcuno, lo facevano perchè sapevano di averne un'immediato tornaconto. Stringevano alleanze e clientele in funzione dell'espansione del proprio potere: infatti si costruirono un Impero e per qualche secolo ci mangiarono sopra alla grande.

Quindi mi chiedo: quando noi Italiani mandiamo i nostri soldati in giro per il pianeta, perchè lo facciamo? Perchè il Libano negli anni '80, perchè la Somalia, la Serbia, l'Iraq (2 volte), l'Afghanistan? Lo abbiamo fatto per costruirci un'Impero?

Non mi sembra, anzi, ho l'impressione che stiamo costruendo "conto terzi". Abbiamo ottenuto un sub-appalto per mantenere vivo un'Impero altrui.

Ci devo ancora riflettere bene su questa cosa...ma mi sa tanto che sto arrivando a pensare che queste PeaceKeeping sono un'emerita stronzata.

PS
Mi piace pensarmi pacifista, nel senso che io non manderei nessuno a combattere al di fuori dei nostri confini. Però dico anche che, se devi muovere un soldato lo devi fare fino in fondo, con tattica e cattiveria! La Guerra è una cosa seria e tremenda, che va fatta fino in fondo e senza scrupolo. Per questo è meglio non farla.

Questo post lo trovi anche su Anbaird


Luigi Tenco


Ho avuto la fortuna, o la disavventura, di lavorare per cinque anni a Match Music quando gli studi si trovava a Verona.

In occasione di un Festival di Sanremo, dato che si andava giù a mettere in piedi una raffica di dirette, chiesero a noi dello staff grafico di realizzare una serie di ritratti di cantanti che hanno fatto la storia del Festival. Io mi presi quelli degli anni '60 che sono più consoni al mio io e tirai fuori le cosuccie che indiscriminatamente andrò a pubblicare in this blog.

Dato che questa è stata una settimana di merda, inizio con Luigi Tenco.

Avendo velleità artistiche, ho cercato di interpretare i vari soggetti. Così ho rappresentato un Tenco a tinte forti, luminoso ma circondato dal viola funereo e una sanguinosa cascata di rose che sono i fiori dell'amore e della passione violenta, ma che sono anche i fiori delle canzoni melense e retoriche del periodo.

Dovevo farne di più di questi ritratti, perfezionarmici, magari. Ah. Quante cose da fare e così poco tempo...

Tutto su Tenco



venerdì 9 marzo 2007

2 - La nascita di Anarchos

Accadde che uno dei frammenti dello Specchio Fotos, uno dei più minuti, graffiò una mano di Veritas e dalla ferita uscisse una goccia di sangue.

E dal contatto del frammento con il Sangue Sacro della Dea si generò Anarchos.

La Dea vide Anarchos  e vide la sua natura ribelle e malvagia perché nato dalla violenza e dal sangue.

Anarchos vide Veritas ed ebbe paura, perché nella Dea vide il riflesso di se stesso e si nascose nel Tutto, affinché la Dea non lo potesse trovare.

Riflessioni Sugli Specchi


Il fantasma Formaggino


Da bambini le barzellette che preferivamo in assoluto erano quelle appartenenti alla saga del Francese, il Tedesco, l' Inglese e l'Italiano.

Tra queste spiccava indiscussa la barzelletta del Fantasma Formaggino.

Tieni presente che questa storiella è stata talmente importante nella formazione della mia generazione che Elio e le Storie Tese gli hanno persino dedicato una meravigliosa canzone.

Ai tempi dell'Università, con alcuni amici, abbiamo stilato una statistica che, dati alla mano, ci confermò che coloro che, raggiunti i vent'anni di età non conoscevano questa barzelletta, erano degli irrimediabili sfigati e con le donne non ci sapevano proprio fare.

L'importanza di questa barzelletta nella formazione culturale del maschio italiano è dimostrata anche dal fatto che si merita una voce tutta sua in Wikipedia
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