sabato 25 febbraio 2012

La Lega Nord e le mistificazioni storiche

Alla ricerca di una motivazione plausibile che ne desse lustro e importanza, i poteri politici di ogni epoca hanno sempre ritenuto necessario riscrivere la storia per poter giustificare la loro esistenza e sopratutto, la legittimazione del loro potere.

Come primo eclatante esempio mi viene in mente quel mantovano di Virgilio Marone che, per compiacere il primo imperatore Ottaviano Augusto, scrisse l'Eneide dando ai pecorari latini le nobili origini di esuli troiani e perciò un lignaggio nobiliari ai fondatori della città eterna.

Nel medioevo, diversi regnanti, Carlo il Magno per esempio, fecero a gara per farsi ratificare dal papa in carica la qualifica di Imperatore del Sacro Romano Impero, con lo scopo di avere una legittimazione legale a poter invadere le popolazioni confinanti e ricostruire l'impero latino che era andato perduto; questa storia andò avanti sino agli Asburgo.

Con il XX secolo, il caso più eclatante di mistificazione fu quello operato dal nazismo che infilò la croce uncinata in ogni momento della storia tedesca, cercando di far passare l'idea che gli ideali nazisti fossero sempre stati presenti nella cultura germanica (ovvio che così non era).

Alla fine del secolo breve, la Lega Nord ci riprova sfoderando l'arcaico Sole delle Alpi, un simbolo effettivamente presente nella cultura storica alpina da tempi remoti. Su questa pagina, trovi i significati che oggi, la Lega Nord attribuisce a questo simbolo e, come si può ben vedere, essi travalicano i significati originali del simbolo e ne aggiungono di nuovi e strumentali per dare al partito politico una collocazione storica che in realtà non ha (essendo di nascita recente).

Intanto c'è da precisare che il Sole delle Alpi non è un sole e nemmeno è delle alpi, si tratta infatti di un simbolo che si ritrova già nella civiltà Assira, Egiziana ed Etrusca, ed è noto come Fiore della Vita. Non è nemmeno un simbolo celtico in senso stretto, infatti è presente in tutte le civiltà del centro italia e sardegna oltre che, naturalmente, nelle culture celtiche dell'arco alpino. Insomma, il Fiore della Vita è uno di quei simboli ancestrali condiviso da culture diverse.

Ora, tra i significati che la Lega Nord assegna al Fiore della Vita, c'è il seguente:
sta ad indicare infine i sei ceppi etnolinguistici della Padania: i Celto-italici, i Veneti, i Tedeschi, i Friulani, i Ladini e gli Occitani-Arpitani.
Il motivo di questa scelta è molto semplice e intuibile, l'intenzione è quella di unificare sotto la stessa bandiera popoli, etnie, culture storiche diverse (ormai estinte da un millennio) con lo scopo di accomunarle contro il predominio di Roma "Babilonia" Ladrona.
E giunti a questo punto, io comincerei a fare delle distinzioni, ma sopratutto, mi divertirò a ragionare alla leghista, cosa che per altro non richiede molto sforzo. br />
Innanzi tutto io sono Veneto, nato in Veneto e perciò discendente di quei Veneti che vivevano in queste lande 2000 anni prima di Cristo e che avevano ben poco da spartire con i Galli Boi, Insubri Cenomanni che vivevano nella pianura padana in quei tempi.

Anzi, noi Veneti siamo emigrati  in veneto, non si sa bene da dove, abbiamo fatto sloggiare gli Euganei e ci siamo presi le miniere di ferro e altro vicine a Padova. Con i Celti, quelli del Sole delle Alpi, abbiamo sempre avuto problemi perchè sono dei piantagrane.
Per fortuna, ad un certo punto sono arrivati i Romani che erano gente precisa e pagava in oro, già nel 390 a.C. avevamo fatto una serie di accordi con il Senato della Repubblica (Romana) perchè non ne potevamo più di quei barbari che pensavano solo a far casino, bere birra e far feste (che qui c'erano delle miniere da mandare avanti e non c'era tempo di andar rubar nelle case come faceva quel teppista di Brenno: uno che non ha mai lavorato in vita sua e si era messo a far politica).

Perciò, in virtù di questa realtà storica io penso che:
1) Io come Veneto con i Celti ho ben poco spartire.
2) Come dice un vecchio adagio: "mejo un roman in casa che un celta alla porta"
3) Ripensando al passato, dai celti della lombardia abbiamo avuto solo rogne (persino ai tempi della Serenissima con i lombardi l'era sempre una guerra.
4) Bossi e i suoi Celti prima di entrare in Veneto devono bussare e chiedere permesso perchè questa non l'è terra sua.
5) I Romani prima di entrare nel Veneto devono bussare, chiedere permesso ma tanto sanno che la porta è aperta perchè con loro c'è un contratto da lunga data ( e poi sono così simpatici; tranne Alemanno che, come dice il nome deve averci origini celtiche).

Morale: La storia ci insegna che il Veneto ci ha sempre guadagnato a stare con Roma, mentre a star con i lombardi no (ci chiamavano i terroni del nord, ricordate?). Ora, sti 4 scalzacani, si sono messi in testa di far la Padania e ci vogliono far credere che noi siamo tutti un popolo...che a mi, solo al pensiero di appartenere al stesso popolo del Trota o a Borghezio...basta, mi fermo qua.

mercoledì 22 febbraio 2012

Faccio viaggio con biglietto

Oggi io faccio piccolo viaggio di memoria in mio passato con questo biglietto.
Un tempo ATM era solo Azienda Trasporti Milano, ora gli ATM sono anche i bancomat. Ma in epoca di questo bilgietto i bancomat erano da poco stati diffusi e nessuno si sognava di chiamarli atm, ora invece, sono così famosi che ci hanno fatto pure un film

Mi sa tanto che come film è una cagata non da poco, se andate a vederlo, fatemi sapere se mi sono sbagliato.
Per qualche strana sinapsi mentale, mi è venuto in mente Lasciami Entrare che non ho ancora avuto il coraggio di guardare perchè mi sa tanto che uno di quei film crudeli che ti fanno veramente star male.

Approposito di film, oggi una giovane ragazza mi ha chiesto chi è Ennio Morricone...gli ho risposto e gli ho consigliato di informarsi sul web ( o educatamente evitato ogni altro commento ) comunque stiano le cose, sono sempre più convinto che l'era di internet non ammette ignoranza.

Che vuoi mai che sia? Piccolo viaggio è già finito, io stanco vado a dormire. Ronf.

lunedì 20 febbraio 2012

Casarotti e i Nuovi Cedrini


Oggi partiamo questo caso il biglietto del Casarotti and Frenz, per fare una breve conoscenza del personaggio e della sua band.
Perciò, cominciamo con Casarotti and Frenz tenutosi al Teatro Romano l'8 settembre del 2009, durante l'evento c'ho ricavato alcune clip che potete vedere qui.

Ma chi è Fabio Casarotti? Potete approfondire la sua conoscenza tramite un'altro video e il sito ufficiale dei Nuovi Cedrini.

E chiudo semplicemente con la ricetta delle Fritole alla veneziana ( con i cedrini per l'appunto).

lunedì 13 febbraio 2012

Facezie per un lunedi di febbraio



Al tramonto si sentono cattivi odori perchè scureggia.

L'architetto costruì una volta. Per sempre...

Nonostante fosse privo di una gamba, lo cacciò su due piedi.

Per pagarsi gli studi di canto, lavorava come stagionale nelle poste. Impostò la sua voce nella buca delle lettere.


Un giorno, un uomo sognò di essere una farfalla.
Ora lo potete ammirare nella mia collezione.


domenica 12 febbraio 2012

Il magazzino di Mètal Hurlant 3

Anche per oggi una dose di recnsioni apparse su Mètal Hurlant.

STEFANIA
(Panny Shop -Piazzale Clodio- Roma)
La scusa dei blue-jeans che ganno male, per poi finire sempre a far l'amore (Pupo)
Entri in negozio e già ti senti affascinato. Non ne esiste una che, a vent'anni o poco più, abbia capito così a fondo l'arte di vendere. Il suo metodo è semplice ma di sicuro effetto: scelti i pantaloni giusti, indossati nella cameretta apposita (dove speri sempre che entri all'improvviso), comincia un gioco che sa molto di pirandelliano. "Stai bene", "no, non sei affatto grasso", "sei carino", "perchè dici di avere il sederone", il tutto condito da sorrisi mozzafiato e da lunghi sguardi profondi.
Si esce dal suo negozio con un numero incredibile di pantaloni, ma il bello è che non vedi l'ora di tornare a comprarne altri.
Tu non sai se Stefania finge fino a che punto, sai solo d'essere pazzamente innamorato. Comunque, cercate di non cadere nelle sue arti subdole: infatti è piuttosto imbarrazzante ritrovarsi in una quindicina davanti al negozio tutti con la scusa della lampo difettosa. (l.r.)

THOMAS DE QUINCEY: CONFESSIONI DI UN OPPIOMANE
(Einaudi - £ 3.000)
Astuto benpensante inglese, famoso nella Londra vittoriana per aver detto spesso in pubblico per una quarantina d'anni: "Ancora una e poi basta". (o.c.)

Da Mètal Hurlant ad Heavy Metal


sabato 11 febbraio 2012

Il Magazzino di Mètal Hurlant 2




Anche pero oggi una dose di recenzioni tratte dalla rubrica Magazzino sulle pagine dell'edizione italiana di Mètal Hurlant.. Recensioni piuttosto irreventi ed anche delle cose più impensabili. Ve ne ho selezionate alcune:

MISTERORANGE - Eldorado £ 150
Chissà che cosa vi aspettate, dopo aver sentito il nome di questo gelato. Esotismo a go-go, tramonti su Rio de Janeiro, atmosfere tropicali, passeggiate amazzoniche. Roba da Corto Maltese, come minimo. Spiacente di deludervi, ma trattsi di un normalissimo ghiacciolo o stick alla fragola (coloranti lo hanno reso rossissimo) con l'interno di arancia (tipo arancia, una roba arancione). Il mistero è tutto qui. Se siete delusi consolateci con uno Zaccaria, cornetto color melma alla gran frutta e verdura. (r.r.)

GOMMOLO - Eldorado £ 300
Sarebbe un normalissimo cornetto panna&fragola, se non fosse per un particolare a suo modo raccapricciante. E cioè che a un certo punto la cialda si interrompe e comincia un piccolo cono di plastica, in cui è contenuta una gomma americana sferica, tipo quelle dei distributori automatici di qualche anno fa. E cos'è? Il premio di consolazione? Siccome il gommolo faceva schifo, signor Eldorado, lei ci rifila la gomma americana? Ma le sembra il modo di vendere dei gelati, questo? Non ho capito. Eh insomma. E poi, se proprio voleva fare le cose in grande, perchè non ci ha messo dentro una bella braciolina di maiale? (s.c.)

PIEDONE - Eldorado £ 250
Ingrandimento bizzarro del piede, di color pelle al sapore di fragola. Piacevole ma stanca presto. Attendiamo, sempre in bustina, anche il resto "Manone", "Occhione", "Orecchione", "Braccione"

Altre cose degli Anni '80

venerdì 10 febbraio 2012

Il Magazzino di Mètal Hurlant 1

Uscita nei primi anni '80, l'edizione italiana di Mètal Hurlant, edita dalle Edizioni Nuova Frontiera, si distingueva per una cura editoriale particolare, molto calata sugli interessi di cultura pop del periodo. Fumetti a parte, gli articoli che preferivo erano le recensioni varie raccolte nella rubrica Magazzino, in cui gli autori recensivano di tutto, dal libro al ghiacciolo, senza esclusioni di colpi. Ora, tra i pochi numeri di Metal che mi sono rimasti, vi riproporrò in questo post e nei prossimi, le recensioni che ho trovato più salaci e divertenti.


THE CLASH -COMBAT ROCK (CBS)
Gruppuscolo dell'estrema sinistra con un discreto numero di seguaci, i Clash sono fra quelli che meglio hanno effettuato una sintesi fra combattività e  processi industriali di mercato.
Il loro ultimo simbolo è una stella rossa a cinque punte circoscritta con un cerchio giallo; sovrapposte sono un libro sulle cui pagine sono raffigurate una pistola e la dicitura "il futuro non è scritto" e sotto un altra frase: "conosci i tuoi diritti".
Altri volantini di denuncia musicale sono Car jamming, Red Angel Dragnet, Atom Tan ed altre in una gran miscela di funk, reggae, beat, punk.
Molto più scarno e secco di Sandinista, di questo disco conserva la poliedricità internazionalista. Guest Stars sono: Lauren Bacall, la Casbah, Robert De Niro, New York, Rimbaud, Benny Goodman, Leggere i testi per credere. (t.m.)

THE B52's -MESOPOTAMIA (Island)
Quando uscì questo disco, qualcuno era in Francia. Vide il nuovo disco dei B52's in vendita a soli 38 franchi, cioè a solo 8.170 lire (in Italia ormai un disco costa dalle 10 mila alle 12 mila) e, stupido come un passero in amore, se lo comprò saltellando di gioia per l'affare in quell'istante compito. Poi tornò in Italia e scoprì che da noi, veniva venduto a 6.500 lire. Bhè, comunque ne valeva la pena. (l.b.)

THE MOTELS - ALL FOUR ONE (Capitol)
Martha Davis, la cantante è una bamboletta arrapante. Il disco non so com'è, non l'ho comprato: Playmen costa di meno e ci sono più bambole arrapanti.

giovedì 9 febbraio 2012

Insultare via fax ed Equitalia






Equipaggio: Quadrupede specializzato nello sorreggere lo strascico di una sposa.
Equocanone: Incrocio tra un cavallo e un San Bernardo.
Equinozio: Matrimonio tra cavalli.
Equi: Si dice quando due cavalli sono uguali.
Equanime: Cavalli morti.
Equazione: Calcolo usato nella compravendita dei cavalli
Equa: La bevanda preferita dal cavallo
Equilibrio: Libro realizzato in pelle equina
Equivoco: Cavallo parlante
Equino: Cavallo assente
Equitalia: Agenzia che farebbe meglio darsi all'ippica.


Vedi altre definizioni divertenti

mercoledì 8 febbraio 2012

Ancora il Dizionario illustrato

Calzolaio: la soffitta di una calza.
Caos: nazione dell'Indocina in perenne confusione. Capro espiatorio: Ovino in missione segreta. Contrario: l'opposto di oirartnoc.

Nota: Non molte, ma alcune tra le più brillanti definizione sparse in questo blog, sono frutto della mente di Zack Galassi, altre dello scontro tra le nostre due formidabili intelligenze

martedì 7 febbraio 2012

l'Inizio e la Fine


Non so se sto facendo bene, ma sto riorganizzando questo blog, perchè la disposizione di alcuni argomenti non mi piacciono o perchè ho notato che alcuni vecchi post a cui tenevo sono stati brutalmente snobbati. Siccome io credo nelle mie cose e sono saldo nelle mie convinzioni, ve li ripropongo...non si mai

In principio era il verbo. Allora Dio disse:-E il sostantivo?-

Alcuni teologi si stanno chiedendo se il Giudizio Universale sarà in trentesimi o sessantesimi.

Battute sulla fine del mondo

lunedì 6 febbraio 2012

Il mostro e il mistero secondo OdB - parte 5

Con questo, concludiamo la rilettura di questo prezioso articolo di Oreste del Buono riferito a Jean Giraud alias Moebius. Tra l'altro, questa è in assoluto la parte più interessante dell'intero, illuminante, scrittto.

"Adesso provo a spiegarvi perchè faccio comics senza sceneggiatura", Moebius, che ormai pare non essere più identificabile con jean Giraud, figurarsi con Gir di Blueberry, da qui in poi sarà esclusivamente, prepotentemente, universalmente Moebius e basta scrive così in un editoriale di Mètal Hurlant del 1975, l'ultimo numero del primo anno di attività della rivista.
"Voglio raccontarvi minuziosamente i tormenti della creazione. Voglio spifferare tutto, peggio, confessarmi del tutto. In realtà è molto semplice: da una parte ci sono tutti quelli che raccontano storie à chute; à esploits; à message; à morale; à gags...!"
"1) à chute: è facile, occorre solo contraddire l'immagine precedente. Il problema viene dalla qualità della contraddizione. Più l'affermazione iniziale è marcata, più la giravolta finale sarà gustata. Il procedimento è molto chiaro. E altrettanto artificiale!...
"2) à esploits: dare una gamma di poteri a un tipo o a un gruppo e metterlo di fronte a un altro tipo di gruppo i cui poteri sono leggermenti superiori in apparenza. L'astuzia consiste nel far vincere il più debole. La scelta dell'astuzia sarà il messaggio politico-morale dell'autore...
"3) à message: c'è sempre un messaggio, ma l'autore pensa che la qualità del suo è tale da dover diventare scheletro e a volte anche muscoli, nervi e sangue. A volte, è vero, sopratutto per le minoranze culturali...
"4) à morale: si ritrova la stessa struttura della storia à chute, ma la contraddizione può essere meno evidente...
"5) à gags: ogni fase ricostruisce e comprime i quattro esempi precedenti con dosaggi variati. Dato che il messaggio politico è implicito, perchè solle citarlo? Perchè aspettare la fine per contraddirsi? Perchè dare la vittoria al più debole? Perchè aver paura di essere soli nel buio a gridare aiuto? Non c'è alcuna ragione perchè una storia sia come una casa con una porta per entrare, dalle finestre per guardare gli alberi e un camino per il fumo. Si può benissimo immaginare una storia in forma d'elefante, di campo di grano o di fiammella di cerino..."

Più chiari di così si muore. Ma da Mètal Hurlant dapprima in espansione come gruppo e in seguito come gruppo in crisi proprio per megalomania, poi, di nuovo riassestato in un'organizzazione che è la smentita degli inizi, l'arte di Moebius conquista il mondo, provocando infinite imitazioni dei tratti più superficiali di uno stile che ha, invece, la sua forza trionfante nella disgregazione del fumetto. Ma non a favore della pittura. A favore, di un'immagine sempre più dinamica. Lo sconfinamento di Moebius nel cinema è inevitabile, ma non sarà uno socnfinamento per accettare le regole di un modo di narrare che ha la stessa età del fumetto. Sarà uno socnfinamento per dettarne di nuove.

Moebius e il cinema

domenica 5 febbraio 2012

Il mostro e il mistero secondo Odb - parte 4

Con questo concludiamo questo lungo scritto di Oreste del Buono pubblicato sul catalogo della mostra Dr Gir et Monsieur Moebius del 1983 a Siena.


Membri fondatori dell'associazione occulta sono, oltre a Moebius e a Jean Pierre Dionnet, instancabile suggestivo, spettrale teorico, il lussureggiante Philippe Druillet e l'intraprendente Bernard Farkas, ex poeta e amministratore già avviato a diventare anche ex amministratore. Il clamore suscitato è notevole. Ma il prim omerito incontrovertibile di Mètal Hurlant è proprio quello di pubblicare Arzach di Moebius. Chi è Arzach? tanto per cominciare, come si chiama veramente? Ogni volta che lo presenta su  Mètal Hurlant, Moebius, infatti, ne scrive il nome in modo diverso: Arzach, Harzk, Arzak, Harzack... Comunque, si chiami, è un viandante dell'iperspazio o del microcosmo che non pronuncia una parola, un fumetto muto, ma urlante di colori e di significati impossibili. Quelli possibili, ovviamente, non interessano.

Come Arzach appare in volo su un uccellaccio, qualcosa di più di un semplice uccellaccio, un gran tapiro alato, un fantasma bianco di degenerazioni animali sbattente le ali, verso un roccione rosso abitato. Da una feritoia Arzach spia una donna che si sta spogliando o vestendo. La testa è avviluppata in un panno violaceo, ma il seno e il resto, le cosce nude sono promettenti, appetitose. Ma c'è qualcuno, un omaccio rossiccio che dall'alto del roccione protesta contro l'indiscrezione del guardone Arzach. Arzach tira il lazo, cattura il moralista, lo va appendere tra le ossa di uno sterminanto scheletro di animale preistorico, ma chissà se Arzach è nella storia. Un popolo d'ignudi verdi assiste alle sue manovre contro il turchino del cielo. Ed ecco che Arzach fa posare la sua alata cavalcatura sul roccione, scende a ghermire la preda. La donna s'è vestita, è una snella figura controluce, pronta si direbbe a conquista altrui. Arzach le si avvicina, posa le mani sulle spalle, la gira verso di sè. Non è una donna, è un animale orribile con due anali gialli per occhi, un naso da cagnone, una lingua arquata e ritorta peggio di un serpente o di uno scherzo da carnevale. Arzach riparte in volo. L'appeso tra l'ossame spolpato si tocca con un indice la testa a significare che Arzach è pazzo...

-Detto questo, devo comunicarvi che ho pensato di mettere il resto dell'artico in un prossimo post, che diciamo sarà quello più polposo, un finale pirotecnico, da non perdere.  Vedi una scheda su Arzach

sabato 4 febbraio 2012

Il mostro e il mistero secondo OdB - parte 3

Terzo appuntamento con questo articolo di Oreste del Buono scritto per la mostra Dr. Gir et Monsieur Moebius del 1983.

Lo scapestrato fiero giovanotto replica dapprima di non poter accettare l'idea di combattere i conterranei sudisti. Tuttavia discutendo approda a un compromesso. Mike Steve Donovan arriva ad accettare l'idea di suonar la tromba per cambiar bandiera basta cominciare. A domanda, declina le proprie generalità. Generalità parzialmente nuove. Dice, infatti, di chiamarsi, come effettivamente si chiama, Mike Steve, ma il cognome lo ricava da un'occhiata a certe macchie oscuramente lucenti tra l'erba. Blueberry: mirtillo, insomma. L'importante è farci l'abitudine. Ce la fa molto presto il pubblico. Sono i tempi d'oro del western europeo, più western di quello americano. In Italia sale la stella di sergio Leone nel cinematografo. Pechè in Francia non dovrebbe salire la stella di Gir nel fumetto? (curioso questo riferimento alla stella, giusto negli anni in cui Moebius firma Sur l'Etoile per i cento anni della Citroen n.d.r.) Il successo è grande. Il Tenente Mirtillo non suona la tromba. Si replica. Si continua a replicare.

Si replicatanto che dopo una decina o una dozzina d'anni, jean Giraud se ne sente proprio saturo e decide di provare a percorrere un'altra strada. il western-mirtillo gli è venuto a noia come nel frattempo è venuto a noia il western-spaghetti a Sergio Leone. Però mentre Sergio Leone stenta a trovare il coraggio di tentare la nuova strada, Jean Giraud la tenta senza stare a pensarci molto. -Ero una specie di Dottor Jekill e Mister Hyde, quando ho deciso di mettere da parte per un poco Blueberry, produrne appena un episodio all'anno, il che vuol dire lavorare in sei mesi e, il resto del tempo, dedicarlo alla fantascienza...- questa dichiarazione di Jean Giraud a proposito della svolta della sua vita nei comics, ci permette di capirlo meglio. L'ha raccolta Dominique Isserman per Zoom, le magazine de l'immage di Joil Laroche, sempre così attento al fumetto oltre che alla fotografia. La troviamo in un vecchio numero del 1975, ma è sempre valida.

Il Mister Hyde, lettore pazzo di fantascienza, cultore di amiguità, di morbosità, di extrasapienza, di diversità, di alienità prende in mano l'attività di Jean Giraud, che appena rivelato dal proposito di cambiamento di Gir, si rinasconde sotto un altro pseudonimo, Moebius.

La trama dei nuovi fumetti di Jean Giraudm non più Gir, ma Moebius, si scopre presto, conta pocp, conta sopratutto il disegno. Lo scritto di Jean-Michel Charlier era tanto e pareva non volersi limitare alle nuvolette d'assegnazione, cercava di prevaricare sul disegno. Il disegno di Moebius ora o sopprime addirittura lo scritto o al massimo lo usa come un motivo ornamentale, uno svolazzo, un ghirigoro in più, non richiesto, facoltativo, in qualche modo superfluo, inifluente nel trionfo del colore o del bianco e nero. L'assenza di una trama tradizionale avrà un significato o non lo avrà? Moebius ha una poetica sua nella poetica del nuovo raggruppamento d'autori Les Humanoides Associès che ha appena dato alla luce Mètal Hurlant, science-fiction trimestrielle pour adultes, destinata a diventare presto a furor di popolo, mensuelle.

Quella degli Humanoides Associès, a detta del loro ideologo Jean-Pierre Donnet, è una misteriosa società segreta, una centrale d'energia pronta a tutto per poter esporre sulla carta intimi sogni e putridi fantasmi, per dar corpo alla realtà con un poco d'inchiostro e d'amore ad altri universi. Mètal Hurlant vuole essere un giornale di fantasmi che utilizza la tecnica del fumetto d'avventura, un modo per rendere credibili gli universi più deliranti. (continua nel prossimo post).

Vedi Jean Michel Charlier su Datacomics




venerdì 3 febbraio 2012

Il mostro e il mistero secondo OdB parte 2

Secondo appuntamento con "Il mostro e il mistero" articolo scritto da Oreste del Buono per il catalogo della mostra "Dr Gir et Monsieur Moebius" del 1983.

Nel 1963, comunque, ecco l'incontro con Jean-Michel Charlier, redattore capo di Pilote, infaticabile progettatore di storie ma inesorabilmente belga. Jean-Michel Charlier è apena rientrato da un viaggio nel west americano e ha un suo programma che premette alla prima avventura di BlueBerry che  all'inizio si chiama Steve e poi, per distrazione del soggesstista, diventerà Mike:-Troverete in questa vicenda tutta l'atmosfera della lenta conquista del west e l'atroce realtà delle guerre indiane. Parteciperete alle incursioni contro i pellerossa, alla vita frnetica negli accampamenti dei coloni, alle movimentate setate nei saloons dove il poker e il fuoco delle armisi confondono; con i coloni collaborerete a costruire sotto il comando del generale Dodge un troncone della famosa strada ferrata Union Pacific. Storia vera, che bisogna scrivere...-
Oh, yes! E anche disegnare no?

Ideato da JeaJean-Michel Charlier. disegnato da Gir, ovvero Jean Giraud che ama cambiar pseudonimi come manierismi, il tenente Blueberry rassomiglia abbastanza a un Jean Paul Belmondo inselvatichito. Le prime avventure, che appaiono naturalmente su Pilote, lo presentano come ufficiale dell'esercito nordista nel 1861, millantatore,  bevitore e giocatore d'azzardo quasi sempre in compagnia di una guida di colore dell'esercito succitato, il vecchio pelorosso Jimy Mc Clure. Solo successivamente il  capitolo a ritroso La jeunesse de Blueberry ci informerà sull'origine dell'eroe.

Il suo vero nome è Mike Steve, così Charlier mette una pezza a colore ai guasti della sua distrazione, ma di cognome fa Donovan, nasce sudista. Ricco di un ricco schiavista, fa la corte secondo le regole a Harriet Tucker. Il padre della ragazza non lo apprezza, dato che, pur essendo ricco anche lui, non è di idee arretrate e trova il pretendente della figlia troppo convenzionale e vagheggino. Invece ripone cieca fiducia nel nipote Ronnie. La fiducia è, purtroppo, cieca. Ronnie Tucjker è un imbroglione . Incaricato della contabilità della piantagione, ne ha combinate di cotte e di crude, e teme di venir scoperto.

Non escogita nulla di meglio che sopprimere lo zio, riversando la colpa su Mike Steve Donovan, li ne i paraggi per recuperare lo schiavo negro fuggiasco Long Sam. AMike Steve Donovan la parte del colpevole non va, e taglia la corda. Durante la fuga s'imbatte nel negro fuggiasco, poichè nelle storie d'avventura i personaggi continuano ad incontrarsi in qualsiasi plaga si spingano come sul corso principale di un paesino. Fanno alleanza perchè Long Sam ha visto Ronnie uccidere. Ma mentre discutono il da farsi, ecco piombar su di loro gli inseguitori capitanati dal fellone Ronnie, il quale sforacchia subito il negro, liberandosi di un testimone scomodo. Mike Steve Donova, però non resta lì a guardare e ripara in territorio Yankee. Siamo alla guerra di secessione, l'ufficiale nordista che comanda il reparto che cattura Mike Steve Donovan, gli propone di arruolarsi. (continua nel prossimo post)

Una biografia di Oreste del Buono

giovedì 2 febbraio 2012

Il Mostro e il Mistero secondo OdB -parte 1

Quello che, a partire da oggi vi pubblico in 4 parti, è un articolo di Oreste del Buono pubblicato nel 1983 sul catalogo della mostra Dr.Gir e Monsieur Moebius tenutasi a Siena in quell'anno. E' un articolo divertente e sorprendentemente illuminante, come solo Oreste del Buono sapeva scrivere. Non dico altro e vi lascio alla lettura.

Il mostro e il mistero di Oreste del Buono

Jean Giraud è nato nel 1938 a Fontenay-sous-Bois. Oggi siamo nel 1983 a Siena, e c'è una sua grande mostra. La mostra se la merita perchè è indubbiamente un mostro. Gran parte del fascino dei mostri, di qualsiasi mostro di qualsiasi disciplina consiste nel mistero. Ed è un mistero appunto che Moebius sia così bravo.
Senza pretendere di chiarire interamente il mistero, dato che, oltre a tutto un effettivo chiarimento porterebbe inevitabilmente ad un ridimensionamento della mostruosità, proviamo a saperne qualcosa di più. Consultiamo, a esempio, l'entretien avec Jean Giraud di Schtroumpf, le cahiers de la bande dessinèe, 1974. E' un'autointervista disegnata e scritta dal mostro in persona. Comincia con una grande tavola a piena pagina. Da sinistra viene la nuvoletta con la domanda:- Pronto per l'intervista?- -Un attimo!- risponde esclamativamente, ovviamente un'altra nuvoletta, l'intervistando.

E' in piedi, in tenuta da lavoro artistico, ma la sua testa, il suo naso, il suo mento, il suo collo sono tutti scorticati, senza la protezione della pelle, come certe figure nei manuali di anatomia seviziate dal disegno per fare vedere in che modo si è fatti sotto la pelle. A scorticare un poco ancora, emergerebbe il teschio, e già al posto del naso c'è un buco nero e  i denti sono paurosamente nudi e bianchi. In mano, comunque, l'intervistando ha una testa cappelluta, occhialuta, baffuta con la pelle porosa e puntinata tutta pellosa, la testa con cui Jean Giraud si ritrae ogni tanto.

Nella seconda immagine dell'intervista, non più una grande tavola ma appena uno dei cinque spazi irregolari in cui si suddivide la seconda pagina, l'intervistando, ormai nella parte di intervistato, s'è infilato la testa da Jean Giraud e attacca a rispondere a domande e controdomande di un intervistatore che la sa evidentemente lunga, la sa come se parlasse con se stesso.
-Ehi, Giraud, perchè hai continuato per tanto tempo a disegnar Blueberry?...Perchè?...-
-Perchè è un fumetto che marcia bene!... E perchè mi ci son voluti circa otto anni prima d'essere relativamente soddisfatto dei miei disegni...-

Per la storia di Jean Giraud l'incontro con Jean Michel Charlier costituisce una citazione d'obbligo. Perchè Jean Giraud disegna da sempre. Studia anche disegno alle Arts appliqueèes, ma non per molto, ha qualche difficoltà come studente, impara di più da autodidatta, da dilettante, da amatore. Con i comics comincia presto qua e la a partire dal 1956. Collaborazioni a Far West, Coeurs Vaillants, eccetera, testate del genere.

Le prime immagini adorate sono certe incisioni di fine secolo a firma di Gustave Dorè, per fare un nome, ma Jean Giraud non ne tiene troppo conto negli esordi professionali. Istintiva autodifesa, probabilmente teme che ne potrebbero tenere, invece, persino troppo conto i datori di lavoro, non dandogliene più. Quelle immagini però, gli stanno dentro, aspettando di venir fuori una volta o l'altra.

Continua nel prossimo post!                     Il Dr. Gir et Monsieur Moebius su Anobii

mercoledì 1 febbraio 2012

La prima lettera dell'alfabeto


Agrumi: ammassi di A

Anulare: cancellare con il dito

Arringare: discutere con un aringa

Avvolgibile: dirigibile ripiegabile

Accoppiare: copiare un omicidio

Agnello: oggetto circolare bucato nel mezzo, dal quale si ricava la lana

Agonista: ago da competizione

Ammasso: pietra con intenti omicidi

Amuleto: incrocio portafortuna tra un cavallo e un asino

Arto: il maschio dell'arte

Avena: dove scorre l'asangue

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...