venerdì 19 agosto 2011

Un'intervista a Roger Corman parte terza



MH - Dato che lei progetta molti films di fantascienza, in futuro, ha pensato a tutti i capolavori della letteratura fantascientifica che sono li, da anni, a coprirsi di polvere?
RC- Si. Mia moglie Judy Corman, ha acquistato i diritti cinematografici di Nightfall la novella di Jack Asimov che ha ricevuto la menzione di miglior racconto di fantascienza mai scritto. Non so se è veramente la migliore novella che esista, come ha detto l'American Academy of Science-Fiction, ma mia moglie, anche lei produttrice, pensa ad una coproduzione, tra me e lei, di questo racconto alla fine quest'anno. In più sto preparando parecchi altri adattamenti per il prossimo futuro.

MH- Cosa pensa della moda di estremo realismo nei films di orrore che ci viene inflitta oggigiorno? -
RC- Sono contrario. Penso che questo realismo sia un mezzo per introdurre ancora più sangue e frattaglie nei films dell'orrore. Quando facevo i miei adattamenti di Edgar Allan Poe, e altri miei films dell'orrore, stilizzavo molto. Cervao di esprimere l'orrore grazie al montaggio, agli spostamenti della cinepresa, realizzavo un crescendo di suspence tale, che il pubblico avrebbe urlato di  terrore al semplice aprirsi di una porta. Oggi per provocare questa reazione nello spettatore si fa vedere un braccio spezzato, in primo piano, del sangue che sgorga e inonda lo schermo.  E la sceneggiatura passa in secondo piano in tutti questi films. Qualcuno aveva proposto a New Wolrd di distribuire un film del genere ed io ho rifiutato. Quel film era talmente cruento e violento, senza sceneggiatura, la regia inesistente... si cercava semplicemente di trovare una scusa per far colare quanto più sangue possibile.
Io penso che questa moda passerà molto in fretta. Credo di poter predire che prima di uno o due anni questo genere di films sarà morto e sepolto o, in ogni caso, in pieno declino, come la pornografia, che è stata molto popolare per un po', ma una volta che la gente ha visto di che si trattava, non se ne è più interessata.

MH  E' mai esistita realmente l'inquadratura di una trave che cade tra le fiamme, nel bel mezzo di un incendio, che lei ha riutilizzato molte altre volte nei suoi films, oppure è una leggenda?
RC - Oh si, questa inquadratura esiste. In House of Usher, credo, ci serviva un incendio per la distruzione della casa. E il nostro responsabile per gli effetti speciali trovò un vecchio fienile, e per due o trecento dollari lo abbiamo comprato dal suo proprietario, che comunque voleva demolirlo; noi gli abbiamo proposto di bruciarlo. Allora abbiamo dato fuoco a quel vecchio fienile, in piena notte, l'abbiamo filmato ed era proprio bello, con quelle travi in fiamme che crollavano. E da allora, ogni volta che avevamo una scena di incendio in uno dei miei films, facevamo in modo da poterci inserire quell'inquadratura. Ce ne servivamo come Stock-shot ed era diventato una specie di portafortuna.

MH-Si dice che, tra le persone che hanno lavorato per lei, alcuni la considerino uno sfruttatore, ma tutte le sono riconoscenti perchè lei gli ha dato molto. Come mai?
Ebbene, io non so se ci sia qualcuno che mi detesti, ma devo dire che uno non può aspettarsi di vivere amato da tutti. Dunque è possibie, ma, per quel che ne so, io sono in buoni rapporti con la maggior parte di quelli che hanno lavorato per me. E, in realtà, i salari che noi paghiamo sono molto competitivi rispetto a quelli del resto dell'industria; competitivi rispetto a quelli degli indipendenti, perchè certo noi non possiamo pagare quello che offre una Major per una produzione di trenta milioni di dollari. Noi facciamo una quarantina di films all'anno nei limiti del nostro bilancio, e in genere noi paghiamo un po' più degli altri.

MH - Perchè lei ha rifiutato la presidenza di uno dei principali studi di Hollywood che le era stata proposta?
Per parecchie ragioni. Primo: è un lavoro precario. Le persone non occupano per molto tempo questo genere di posto. Uno diventa presidente di uno studio e tre anni dopo si ritrova disoccupato. Secondo: non mi piace avere le mani legate. Nonostante il fatto che tu sei il presidente, devi rispondere del tuo operato al consiglio d'amministrazione; ci sono delle manovre politiche all'interno della compagnia... tutto questo ti priva della tua libertà. Pur essendo il capo, la tua autorità deve sottomettersi ad un mucchio di compromessi. Terzo: quando mi hanno comunicato quanto mi avrebbero pagato, sono rimasto veramente sorpreso. Il salario è inferiore a quello che guadagno adesso. Sarebbe stato interessante  solo dal punto di vista del prestigio, non c'era nessuna ragione perchè accettassi: a parte la soddisfazione personale di essere stato il presidente di questa compagnia.

Ed anche per oggi mi fermo qui. Però ti consiglio questo saggio su Roger Corman ci vediamo alla quarta e ultima parte.

mercoledì 10 agosto 2011

Un'intervista a Roger Corman parte seconda

Continuiamo tranquilli col riportare questa intevista a Roger Corman pubblicata in un Metal Extra degli anni '80.

MH - Per il suo ritorno alla regia pensa di scegliere un film "a messaggio" come lo è stato "The intruder" a suo tempo?
RC - Non lo so, ecco il problema! Dopo un così lungo periodo di silenzio, credevo di dover fare un film molto importante. E più ci penso, più mi dico che dopotutto non vedo nulla di abbastanza importante. Allora, quel che probabilmente farò, sarà di prendere il primo copione che mi capiterà sottomano, considerarlo un lavoro come un altro, e lasciare che le cose vadano da sole.

MH - E' sorprendente constatare che la maggior parte dei nuovi talenti dell'industria cinematografica hanno lavorato per lei una volta o l'altra: Coppola, Scorsese, Peter Bogdanovich, Jack Nicholson, Robert De Niro e tanti altri. Ha un particolare sesto senso che le permette di scoprire talenti?
RC - Ebbene, ho una specie di programma. Per esempio: prenda uno dei nostri giovani registi che ha avuto un grande successo con The Howling, Joe Dante, che aveva realizzato precedentemente Piranha e Hollywood Boulevard. In effetti, la carriera di Joe Dante è molto vicina al modo in cui lavorano i nostri registi più giovani. Joe proviene da una scuola di cinema, ed è venuto direttamente a lavorare per me. Ha cominciato a fare montaggio nel mio reparto pubblicitario. Poi è passato al montaggio dei lungometraggi. In seguito è diventato regista di seconda équipe e ha diretto le scene di inseguimenti, di incidenti d'auto, ogni genere di scena d'azione, di cui realizzava anche il montaggio. Ed è solo dopo tutto ciò che Joe è diventato regista di pieno diritto. Questa è la procedura che oggi amo più seguire nel mio lavoro. In questo modo il regista sta con me tre o quattro anni prima di lanciarsi. E durante questo periodo, egli ha potuto imparare il nostro stile, sapere esattamente quello che io voglio, e capire il nostro modo di operare. Per cui quando realizza il suo primo cortometraggio, il successo è immediato.

MH - Qual'è attualmente la sua posizione tra i produttori indipendenti di Hollywood, ogni anno più
 numerosi?
RC - In questo momento le due compagnie indipendenti di produzione più importanti sono la New World e Avco Embassy. E' apparso un articolo su Variety, giusto una o due settimane fa, che confermava questo statto di cose. I nostri incassi lordi sono più o meno uguali, ma per gli utili netti, siamo noi i primi. Avco Embassy non è che guadagni poi molto.

MH - Questo lascia indietro l'American International...
RC - Siete al corrente della faccenda A.I.P.? A.I.P. è stata riscattata da Filmways l'anno scorso e da allora sono falliti. Nell'arco di un anno! E' una storia sensazionale, una compagnia che aveva avuto successo per venticinque anni di fila si unisce ad una compagnia più importante che la prende a carico, e la compagnia più importante la porta praticamente al fallimento nel giro di un anno. Secondo me è una storia stupefacente. L'A.I.P esiste da sempre, ma Meteor e una serie di progetti molto costosi gli hanno fatto perdere un mucchio di quattrini. Vorrebbero riorganizzarsi e fare un comeback, ma sarà difficile per loro.

L'intervista continuerà in prossimi post, intanto, se vuoi vedere la filmografia di Roger Corman...

venerdì 5 agosto 2011

Un intervista a Roger Corman parte prima

Sfogliando vechie riviste si possono trovare cosine molto interessanti e strane, ecco per esempio cosa ho trovato nel Metal Extra Speciale Holliwood risalente alla metà degli anni '80.

ROGER CORMAN IN 20 MINUTI
All'età di 54 anni Roger Corman è uno degli esempi più perfetti di "successo all'americana". Partito dal punto più basso della scala cinematografica, Corman è prima fattorino alla20th Century Fox, poi macchinista in uno studio televisivo, quindi agente letterario, e finalmente riesce a vendere un soggetto agli Artisti Associati nel 1953.
A partire da quel momento vivrà come trascinato in un vortice: un film dopo l'altro con la creazione da parte di Samuel Zarkoff e James Nicholson dell'A.I.P. (American International Pictures). Questa piccola compagnia indipendente distribuirà e finanzierà il 95% dei films di Corman fino al 1969. Il nostro uomo produce, realizza e scrive la maggior parte dei films ai quali lavora negli anni '50. Sviluppa uno stile di fabbricazione ultre rapido ed estremamente economico per tutti quei films, girati quasi artigianalmente. Ecco alcuni titoli: Day the world Ended ('55), Attack of the Crab Monster ('56), She-Gods of Shark Reef ('57), Viking Women and the Sea Serpent ('57), Teenage Caveman ('58), etc... In tutto più di trenta films, fino al 1960, anno in cui il film House of Usher segnerà una svolta.

Seguiranno otto adattamenti di novelle di Edgar Allan Poe, tra quelle più celebri. Dopo questo ciclo prestigioso in cui appaiono i più grandi attori fantastici (Price, Karloff, Lorre, Rathbone), Corman gira ancora qualche film per A.I.P., sempre nell'ambito dei suoi tre generi preferiti: trillers, Orrore-fantascienza, films di giovani, La sua ultima regia Von Richtofen and Brown è del 1970. Questo perchè, isieme al successo, sono arrivati i soldi; così, lo stesso anno, Corman fonda la sua compagnia di produzione, la New World Pictures. Da allora, più di ottanta films hanno portato il marchio della sua ditta. A roger Corman resta troppo poco tempo per riprendere il posto che egli preferisce: dietro la macchina da presa... Metal Hurlant l'ha intervistato nella sua camera d'albergo, il Bristol, in circostanze per lo meno confuse.

 Roger Corman: (sfogliando alcuni numeri di Metal). Trovo che il grafismo di questo giornale è molto buono. Da tempo non mi capitava di sfogliare questa rivista.
Metal Hurlant: Non le è mai venuto in mente di adattare una storia a fumetti per il cinema?
RC: All'epoca in cui Metal Hurlant conteneva più fumetti di fantascienza , ci ho pensato. Ho appena prodotto Battle beyond the stars, il film che sono venuto a presentare. Non è un film decisivo, ma insomma... diciamo che è moderatamente interessante. Uno dei motivi che mi ha spinto a realizzarlo sta nel fatto che io ho acquistato uno studio tutto mio e delle attrezzature per gli effetti speciali. Conto di produrre un maggiore numero di films di fantascienza da oggi in poi, e sopratutto dei films che mi permettaranno di utilizzare il mio studio e gli effetti speciali. Allora se qualcuno potesse scegliermi le due o tre storie migliori mai pubblicate su Metal Hurlant e me ne facesse una sinopsi di una pagina o due, la cosa potrebbe anche interessarmi, e fare i gli adattamenti necessari per realizzare un film da un racconto a fumetti.

MH: ...Ha definitivamente rinunciato a dirigere films?
RC: Si per il momento. Tuttavia conto di tornare alla regia, probabilmente nel 1983, quest'anno non ne avrei il tempo. Non ho mai scelto deliberatamente di smettere, pensavo solo di fermarmi per un po' quando ho fondato la New World. E poi il lavoro si è rivelato così impegnativo che è stato impossibile per me dedicarmi anche ad un solo film. Ma adesso che ho formato la mia equipe, avrò senz'altro il tempo di farlo l'anno prossimo.

Per oggi mi fermo qua, prossimamente vedrò di continuare con la trascrizione di questo incontro, intanto, se vuoi saperne di più su Roger Corman...
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