Mi rendo perfettamente conto che vado a toccare un argomento estremamente delicato, ma la gravità della situazione che stiamo vivendo mi costringe a scendere in campo perché tutti i membri della società civile siano messi a conoscenza di un fenomeno che, sia sul breve che sul lungo periodo, sicuramente causerà dei seri problemi di ordine pubblico, mettendo in crisi la pace sociale e la stabilità delle istituzioni.
Oramai i più attenti di voi avranno già capito di che cosa sto parlando.
Purtroppo, sembra che in tutto l’universo noi siamo gli unici che hanno raggiunto uno status di quiete e benessere, oserei dire, invidiabile, considerando che, da ogni luogo, vengono frotte di…chiamiamoli pure individui…con lo scopo di stabilirsi da noi sperando in un avvenire migliore.
Le prime sporadiche avvisaglie di questo fenomeno si ebbero circa sette anni or sono quando, in alcuni incroci delle nostre città, apparvero degli strani semafori a moneta.
Se un pedone, dovendo attraversare un incrocio, trovava uno di questi semafori, gli bastava inserire una cento lire nell’apposita feritoia ed ecco che subito il semaforo scattava sul rosso fermando gli autoveicoli e consentendogli di attraversare celermente la strada.
Nei primi mesi nessuno fece particolarmente caso alla novità, nemmeno i vigili urbani si chiesero da dove saltassero fuori quelle strane macchinette.
I più pensavano si trattasse di semafori sperimentali; un test che facevano i comuni per verificare un nuovo modo di pescare soldi dalle tasche del cittadino.
Ciò era dovuto al fatto che nessun media aveva pubblicizzato la messa in opera dei dispositivi, conseguentemente si era portati a pensare che fossero di natura provvisoria.
Ricordo che la gente, all’epoca, accolse la novità con un misto di gioia e fastidio: gioia perché per il pedone la viabilità era notevolmente agevolata, fastidio perché ci si chiedeva come mai i nuovi semafori a pagamento ti davano subito il verde, mentre i già esistenti pulsanti non avevano mai funzionato.
Solo qualche tempo dopo, quando il numero dei semafori pay per pass crebbe notevolmente talvolta sostituendo i vecchi semafori, qualcuno si pose la fatidica domanda:
- Ma ‘sti semafori chi li ha installati?-
Se provavi ad interrogare un qualsiasi vigile urbano, questi rispondeva che li aveva installati il Comune, ma se ti recavi in Comune, non trovavi traccia della delibera concernente l’oggetto di cui sopra e anzi l’impiegato ti suggeriva di chiedere alla Provincia; ovviamente anche la Provincia era all’oscuro di tutto e suggeriva di ritornare al Comune o di chiedere in Regione.
Insomma, per farla breve, dopo una campagna stampa, atta a sensibilizzare la classe politica sull’esistenza dei semafori pay per pass, oramai presenti in tutte le città dei paesi industrializzati, si scoprì che nessun organismo o istituzione pubblica aveva richiesto l’installazione delle strane macchinette; addirittura, le autorità preposte ne ignoravano l’esistenza.
Immediatamente scattò un indagine internazionale per scoprire cosa si celava dietro questa faccenda.
Girava voce che questi semafori erano stati messi dalla mafia, che così riusciva a sfruttare doppiamente il lavoro dei lavavetri agli incroci: infatti anche uno sciocco capisce che con questo sistema si riesce ad incassare la cento lire del pedone e la mille lire dell’extracomunitario che lava il parabrezza dell’autoveicolo fermo all’incrocio.
Ma la realtà dei fatti non era questa, cioè per meglio dire, dietro ai semafori pay per pass si celava una realtà simile ma ancor più sorprendente: i semafori pay per pass non erano semafori.
Erano Arturiani.
La stella Arturo si trova a non so quanti miliardi di chilometri dal nostro sistema solare.
Intorno ad essa girano tre pianeti di cui uno abitato da una razza intelligente evolutasi dagli insetti: i nostri amici semafori per l’appunto.
La loro è una civiltà antica e molto evoluta, tanto evoluta da conoscere la navigazione stellare, solo che nella loro strana e ancora oggi sconosciuta cultura, essi non hanno mai sviluppato una coscienza ecologica; come fameliche termiti, gli Arturiani hanno dissipato le ricchezze naturali del loro sistema solare, poi non contenti, hanno continuato la folle politica di sfruttamento spostandosi nell’universo, consumando le ricchezze dei pianeti che incontravano sul loro cammino finchè una crisi politica, sfociata in una gigantesca guerra intestina, non li aveva definitivamente indeboliti, lasciandoli quasi privi di risorse, su di un pianeta oramai ridotto ad un ammasso sterile di terra senza valore.
Con un ultimo sforzo, gli Arturiani rimisero in piedi una specie di flotta stellare e la mandarono alla ricerca di un pianeta su cui trasferirsi.
Quando una delle loro navi pioniere giunse sulla terra, essi capirono che questo era un posto adatto per soddisfare le loro esigenze, solo che era già abitato da una razza, la nostra, che ai loro occhi era selvaggia, agguerrita e pure bene armata.
Gli Arturiani non volevano certo iniziare una guerra che non avrebbero potuto vincere: preferirono emigrare clandestinamente.
Bastò loro costruirsi delle piccole gettoniere da portare alla cintola, se così si può dire, approfittando della loro somiglianza ai nostri apparecchi di segnalazione stradale, subdolamente si sostituirono ai semafori veri e propri, ricavandosi con il sistema già descrittovi il denaro necessario per vivere nella nostra società basata sul commercio e sul libero scambio.
La verità venne tenuta nascosta.
Un organismo internazionale segreto si occupò di organizzare delle squadre di agenti speciali per produrre delle false delibere da infilare negli archivi comunali di tutte le città dove erano presenti gli Arturiani, così da dimostrare che quei semafori erano stati voluti dalle amministrazioni pubbliche, sperando con questo sistema di fugare ogni sospetto sull’origine dei strani apparecchi.
Ma non fu così dovunque, in qualche nazione gli Arturiani vennero prelevati e portati chissà dove, forse verso un destino triste e oscuro.
Qui da noi, per un po’ di giorni si videro le forze di polizia che cercavano di consegnare fogli di espulsione ai semafori pay per pass, ma poi qualcuno pensò bene di porre fine a queste scene che mettevano in ridicolo le nostre onorate forze dell’ordine.
Mentre una commissione di esperti cercava una soluzione, la verità venne inaspettatamente a galla, ma non ci furono le reazioni che qualcuno si potrebbe immaginare; oramai la gente si era abituata all’esistenza di quelle strane creature, anche se ignorava che fossero esseri viventi.
Bisogna ammettere che gli Arturiani, non sporcano, non fanno chiasso, non rubano e si guadagnano il pane con un lavoro onesto.
Nella classe politica, invece, la rivelazione provocò una crisi di governo e la riforma dei servizi segreti che vennero, giustamente, accusati d’aver nascosto la verità; questo periodo di maretta politico istituzionale durò il tempo di una tornata elettorale, poi, tutto si quietò e la vita ritornò sui binari di sempre.
Un segno evidente del riequilibrarsi della situazione, lo si ebbe quando i cittadini videro aumentare il pedaggio per l’uso del semaforo da cento a duecento lire: cento lire finivano nelle tasche dell’Arturiano, cinquanta nelle Casse del Comune di residenza e altre cinquanta in tasse governative di vario genere.
E per tutti questa sarebbe stata la nuova normalità se di li a poco, forse incoraggiati dalla tollerante accoglienza data agli Arturiani, non fossero arrivati pure i Sghakgn.
Non provate a chiedere in giro da dove sono usciti gli Sghakgn, nemmeno gli Arturiani, che per secoli hanno viaggiato nello spazio, li hanno mai incontrati.
Fattostà che ad un certo punto, nelle case più abbienti, al posto delle normali porte, spesso ci si imbatteva in uno Sghakgn.
Se vi capita di visitare la villa di qualche imprenditore, quando vi apprestate ad entrare, guardate bene la porta d’ingresso; essa vi sembrerà una normale porta in legno massiccio, magari costruita con qualche legno esotico, che so magari ebano, tek o mogano, ma non è detto: potrebbe essere uno Sghakgn
Vi dicevo che nessuno sa dove fossero arrivati gli Sghakgn, l’unico dato certo è che un giorno nei negozi di serramenti, cominciarono ad apparire queste porte che venivano vendute come “PORTE D’INGRESSO BLINDATE, ANTIFURTO E DA DIFESA”.
Nei primi tempi costavano relativamente poco e le si poteva comprare anche nelle televendite o nei cataloghi per corrispondenza, in un secondo tempo, quando il loro valore venne riconosciuto, il prezzo di una di queste “porte” crebbe fino a quintuplicarsi, visto che la richiesta era molta e l’offerta era limitata.
E’ superfluo dire che chi commerciava in Sghakgn sapeva che non erano oggetti ma esseri viventi, solo che si preferiva non specificarlo apertamente.
Secondo alcune ricostruzioni, sembra che gli Sghakgn si siano fatti portare sul nostro pianeta da uno di quei dischi volanti che spesso si vedono nei nostri cieli e di cui oggi, considerando i fatti in oggetto, forse possiamo dedurre meglio la presenza nei nostri cieli.
Gli Sghakgn sono stati sbarcati nel cuore della giugla amazzonica dopo avergli fatto credere che si trattava New York: dovete però sapere che gli Sghakgn sono d’origine vegetale, quindi per loro è stato facile cadere nella truffa dei loro traghettatori.
Ed è appunto nella giungla amazzonica che un famoso esportatore di legnami brasiliano ha trovato quelle che parevano delle tavole di legno pregiato già tagliate, piallate e rifinite.
Provate però ad immaginare la sorpresa degli scopritori quando, mentre uno di loro cercava di caricare una tavola su di un camion, questa si è messa a ruggire cercando di sbranare l’incauto manovale.
Il famoso esportatore di legnami capì subito l’importanza commerciale della sua scoperta e, segretamente, accolse gli Sghakgn nella sua vasta tenuta offrendogli un alloggio decoroso e un ambiente accogliente in cui vivere e riprodursi.
Dopo qualche anno, quando gli Sghakgn furono cresciuti di numero, spiegò agli alieni quali erano le sue intenzioni ed essi firmarono con lui un accordo in esclusiva, il resto della storia lo sapete già.
Ora gli Sghakgn sono il terrore degli scassinatori che, quando si apprestano a violare una casa, un appartamento, un ufficio o una camera d’albergo, non possono sapere se di fronte hanno una inerme porta di legno o un infido e feroce Sghakgn pronto a troncare con un sol morso le loro preziose estremità dal tocco criminale.
Vi avevo anzidetto che, nei primi tempi, nessuno sapeva che queste porte miracolose erano in realtà creature venute dallo spazio, ma chi le aveva comprate non ci mise molto a capirlo e del resto non si sorprese di questo: c’era già stato il precedente degli Arturiani.
Chi ne risentì molto furono le case produttrici di antifurti e gli istituti di vigilanza; fu un brutto periodo di crisi nel settore, milioni di persone in tutto il mondo persero il lavoro e tuttora, possiamo dire, non si è ancora tornati ad una completa ripresa del mercato.
Se a questo aggiungiamo la più antipatica e arrogante venuta dei Proximiani, vediamo che il nostro quadro prende delle tinte più fosche e preoccupanti.
Secondo alcune rivelazioni del Washington Post, i primi Proximiani sono giunti con il silenzio assenso di alcuni governi, tra cui quello americano, poi in un secondo momento, sono stati seguiti dai loro famigliari e parenti incrementando di molto la loro presenza sul nostro pianeta.
Ma cerchiamo di tenerci ai fatti documentati.
I Proximiani hanno una cultura molto evoluta e per certi aspetti simile alla nostra, anche loro hanno sviluppato l’uso della fissione nucleare per produrre energia, solo che a quanto sembra, hanno da lungo tempo esaurito le loro scorte di materiale radioattivo.
Tenendo conto che la loro scienza è di gran lunga più evoluta della nostra, essi riescono ricavare da pochi grammi di uranio abbastanza energia da illuminare una città per mezzo secolo.
Sempre secondo il Washington Post, essi in un primo tempo sono quindi venuti sulla terra per comprare delle scorte di uranio in cambio delle loro conoscenze scientifiche veramente mirabolanti,
ma in seguito molti Proximiani trovarono il clima del nostro pianeta veramente delizioso e approfittando delle loro vaste conoscenze scientifiche, ebbero gioco facile nel trovare lavoro presso università o istituti di ricerca, rubando le cattedre e il posto ai nostri volonterosi e svantaggiati scienziati.
Si aggiunga a questo, l’eccezionale capacità mimetica dei Proximiani che consente a loro di camuffarsi in qualsiasi animale desiderino; persino nell’imitarne i versi o, se preferite, la voce.
Infatti, ogni Proximiano è dotato di una ghiandola in grado di produrre una specie di ologramma che gli dona sembianze umane mentre, come ormai ben sappiamo, il proximiano in realtà è uno schifoso mollusco bavoso più simile ad una lumaca che ad un bipede mammifero.
Quante volte vi sarà capitato di sedervi su di posto appena lasciato libero, su di un treno, sul tram o sul metrò e di scoprire di esservi accomodati su di un appiccicoso strato di bava ripugnante lasciata da un proximiano in sembianze umane.
Ecco cosa succede quando si lascia che degli stranieri entrino liberamente nel nostro tessuto sociale interferendo nella nostra vita e privandoci dei nostri confort.
Per non parlare poi dei Xia-ja, che forse attualmente sono la minaccia più grave del nostro stile di vita, sebbene, è giusto precisare, essi talvolta sono vittime inconsapevoli del lato cattivo della natura umana.
Gli Xia-Ja sono mammiferi e bipedi, se si esclude una sottile peluria verdognola facilmente asportabile, essi sono molto simili agli esseri umani.
Solo che gli Xia-Ja non parlano…voglio dire che hanno la bocca per mangiare, ma sono privi di corde vocali: per questo essi comunicano telepaticamente.
Ora, provate ad immaginare una civiltà di esseri telepatici: essi continuamente, ventiquattro ore su ventiquattro, leggono nella mente del loro vicino, tra di loro non ci sono segreti, non ci sono menzogne, non ci sono bluff o doppi giochi, è impossibile che ciò avvenga, per loro ogni mente pensante è un libro aperto.
Bene…quando il primo Xia-ja è entrato in contatto con gli esseri umani, qualcuno deve aver pensato:
- Capperini! Questa è la spia perfetta!-
E così fu.
Adesso l’intero pianeta è invaso da Xia-ja pagati per spiare il prossimo: investigatori privati che scoprono gli adulteri solo con una breve lettura del pensiero, aziende che smascherano gli impiegati infedeli, per non parlare dello spionaggio industriale, scientifico o quello vero e proprio.
Tutto questo, a scapito anche dei poveri e ingenui Xia-ja.
Perché lo Xia-ja non sa mentire, se viene scoperto nel corso della sua missione, è facile fargli rivelare il nome del suo mandante.
Per questo i servizi segreti di tutto il mondo, dopo aver assegnato con le dovute precauzioni una missione ad un Xia-ja, quando questi ritorna e riferisce ciò che ha scoperto, lo uccidono; si sa che prima o poi quel bischero andrà in giro a raccontare quello che ha fatto: che è andato a spiare di qui, di là, che ha spiato quello, quell’altro…e così…bum, lo ammazzano e tante grazie.
Ma bando i pietismi, senza tener conto di tutti gli 007 che si sono ritrovati sulla strada, vi rendete conto come la costante e crescente presenza strisciante degli Xia-ja sta cambiando il mondo?
Chiunque pùò sapere il contenuto della mente di un altro, non c’è più privacy, non c’è più discrezione, vengono a mancare tutte le garanzie costituzionali.
E’ questo il mondo che ci aspetta, è questo il mondo che abbiamo oggi.
Stranieri nel corpo e nella mente che aggiungono nuove tasse a quelle che già ci opprimono, che vivono di elemosina legalizzata.
Stranieri che sfruttano i loro poteri snaturando la sana competizione sociale e che distruggono milioni di posti di lavoro; stranieri ricchi e arroganti che rendono inutili secoli di evoluzione scientifica della nostra civiltà sostituendosi, simulando la nostra forma, ai nostri giovani laureati.
Ed infine, stranieri che sovvertono l’ordine delle relazioni sociali, sbattendo al pubblico dominio ogni segreto lecito o illecito che sia, offrendosi al miglior compratore e rischiando di sovvertire le nostri leggi democratiche.
Per questo io vi dico non indugiamo, facciamolo ora:
FUORI GLI STRANIERI DALLA NOSTRA TERRA!
GLI EXTRA-TERRESTRI CI RUBANO IL LAVORO!
PS ... e non pagano le tasse!
Nessun commento:
Posta un commento