Prendi due francesi come Enki Bilal e Pierre Christin e sbatteteli nella Los Angeles degli anni '80 con una macchina fotografica e un taccuino degli appunti ed ecco che vi esce La Stella Dimenticata di Laurie Bloom, una sorta di documentario illustrato dove la nostra coppia di autori si mette alla ricerca di questa fantomatica attrice che ancora non ho capito se è realmente esistita o meno.
Con questa scusa, la coppia gira in lungo e largo la città, dal barrio ispanico sino a Beverly Hills, incontrando lo strano e variegato popolo che vive nella città degli angeli. Forse un'espediente artistico per raccontare, per raccogliere le memorie di un loro viaggio o di una loro vacanza.
Oppure Laurie Bloom è esistita veramente e le persone che hanno intervistato anche loro sono reali, magari rappresentate con nomi fittizi. Allora ciò che abbiamo davanti è veramente una realtà piena di sorprese e con mille sfaccettature, di ricchezze e di miserie sia spirituali che materiali.
Di Pierre Christin non vi so dire molto in questo momento, ricordo che ha sceneggiato, se non adirittura disegnato, le avventure spaziali di Valerian: peraltro molto intriganti.
Di Bilal ne so qualcosina di più, ad esempio che ha scritto pietre miliari del fumetto come Sterminatore 17 e la Trilogia di Nikopol che sicuramente è l'opera che più di ogni altra l'ha reso celebre; tanto che nel 2004 ne ha ricavato un film, da lui stesso diretto e intitolato Immortal ad vitam: che a mio parere val la pena di esser visto.
Le immagini-documento che illustrano il viaggio di Bilal e Christin sono foto, anzi erano foto prima che il Bilal ci mettesse la sua velando la realtà a colpi di acrilico e pennarello, portando la Los Angeles reale nel suo mondo inquietoso (bella questa parola!) fatto di decandenza e di fantasmi.
La realtà vista dagli occhi di Bilal e raccontata dalle parole di Christin: una meta-realtà insomma.
Mi resta sempre il dubbio di sapere se questa Laurie Bloom è realmente esistita o meno.
Con questa scusa, la coppia gira in lungo e largo la città, dal barrio ispanico sino a Beverly Hills, incontrando lo strano e variegato popolo che vive nella città degli angeli. Forse un'espediente artistico per raccontare, per raccogliere le memorie di un loro viaggio o di una loro vacanza.
Oppure Laurie Bloom è esistita veramente e le persone che hanno intervistato anche loro sono reali, magari rappresentate con nomi fittizi. Allora ciò che abbiamo davanti è veramente una realtà piena di sorprese e con mille sfaccettature, di ricchezze e di miserie sia spirituali che materiali.
Di Pierre Christin non vi so dire molto in questo momento, ricordo che ha sceneggiato, se non adirittura disegnato, le avventure spaziali di Valerian: peraltro molto intriganti.
Di Bilal ne so qualcosina di più, ad esempio che ha scritto pietre miliari del fumetto come Sterminatore 17 e la Trilogia di Nikopol che sicuramente è l'opera che più di ogni altra l'ha reso celebre; tanto che nel 2004 ne ha ricavato un film, da lui stesso diretto e intitolato Immortal ad vitam: che a mio parere val la pena di esser visto.
Le immagini-documento che illustrano il viaggio di Bilal e Christin sono foto, anzi erano foto prima che il Bilal ci mettesse la sua velando la realtà a colpi di acrilico e pennarello, portando la Los Angeles reale nel suo mondo inquietoso (bella questa parola!) fatto di decandenza e di fantasmi.
La realtà vista dagli occhi di Bilal e raccontata dalle parole di Christin: una meta-realtà insomma.
Mi resta sempre il dubbio di sapere se questa Laurie Bloom è realmente esistita o meno.
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