A sei anni dalla genesi, resta ancora un mistero su come i Giza Quetzalcoatl possano avere un seguito e sopratutto possano trovare spazi per le loro liturgie prive di rito.
Chiamarla musica sarebbe al contempo riduttivo ed eccessivo, perchè le creazioni dei Giza Quetzalcoatl con la musica hanno in comune solo gli strumenti e i supporti con cui vengono diffuse.
Forse la definizione di creature sonore è l'unico modo per etichettare, ai fini di una comprensione più ampia, i brani prodotti dal trio veronese nelle loro sporadiche apparizioni nelle plaghe padane.
E' sempre divertente vedere lo sconcerto durante uno s-concerto dei Giza Quetzalcoatl, mentre i tre sacerdoti neri si abbandonano liberamente al flusso sonoro delle loro creature, il pubblico attento resta immobile e basito di fronte all'alternarsi di ordine e caos proveniente dal palco.
Così ieri sera al Jameika di Verona, gli avventori, solitamente abituati al ben altro genere di sonorità, sono rimasti alquanto spiazzati nel vedere i tre sacerdoti neri richiamare dalle profondità ignote lo spirito dei Loa, le divinità che per ovvi motivi sovrastano e proteggono il locale.
Quando i suoni si sono spenti e per l'ennesima volta l'universo dei Giza Quetzalcoatl si è espanso e chiuso in se stesso concludendo un ciclo, le musiche afro-latine-caraibiche che sono seguite non avevano più la stessa allegria di sempre e i ritmi allegri e leggeri manifestavano tutta la loro vacuità, incapaci di riempire il vuoto del mistero con l'inutilità dell'allegria.
Chiunque dei presenti, volente o nolente è stato catturato dalla magia intrinseca delle creature sonore dei Giza Quetzalcoatl, magari la respinta, non l'ha accettata, ma comunque ha dovuto fare i conti con essa.
La natura umana riconosce intimamente le emanazioni del potere, anche se ignoto od oscuro, così ieri sera la magia dei Giza Quetzalcoatl si è ripetuta.
Ancora una volta hanno aperto una porta verso un universo inconosciuto per poi richiuderla e lasciare la platea con una sensazione di assoluto.
Chiamarla musica sarebbe al contempo riduttivo ed eccessivo, perchè le creazioni dei Giza Quetzalcoatl con la musica hanno in comune solo gli strumenti e i supporti con cui vengono diffuse.
Forse la definizione di creature sonore è l'unico modo per etichettare, ai fini di una comprensione più ampia, i brani prodotti dal trio veronese nelle loro sporadiche apparizioni nelle plaghe padane.
E' sempre divertente vedere lo sconcerto durante uno s-concerto dei Giza Quetzalcoatl, mentre i tre sacerdoti neri si abbandonano liberamente al flusso sonoro delle loro creature, il pubblico attento resta immobile e basito di fronte all'alternarsi di ordine e caos proveniente dal palco.
Così ieri sera al Jameika di Verona, gli avventori, solitamente abituati al ben altro genere di sonorità, sono rimasti alquanto spiazzati nel vedere i tre sacerdoti neri richiamare dalle profondità ignote lo spirito dei Loa, le divinità che per ovvi motivi sovrastano e proteggono il locale.
Quando i suoni si sono spenti e per l'ennesima volta l'universo dei Giza Quetzalcoatl si è espanso e chiuso in se stesso concludendo un ciclo, le musiche afro-latine-caraibiche che sono seguite non avevano più la stessa allegria di sempre e i ritmi allegri e leggeri manifestavano tutta la loro vacuità, incapaci di riempire il vuoto del mistero con l'inutilità dell'allegria.
Chiunque dei presenti, volente o nolente è stato catturato dalla magia intrinseca delle creature sonore dei Giza Quetzalcoatl, magari la respinta, non l'ha accettata, ma comunque ha dovuto fare i conti con essa.
La natura umana riconosce intimamente le emanazioni del potere, anche se ignoto od oscuro, così ieri sera la magia dei Giza Quetzalcoatl si è ripetuta.
Ancora una volta hanno aperto una porta verso un universo inconosciuto per poi richiuderla e lasciare la platea con una sensazione di assoluto.
Le poche, scarne notizie o per contatti con i Giza Quetzacoatl li trovi sul sito www.anbaird.it
Se invece vuoi farti un idea del Jameika, vai al www.jameika.com
Nessun commento:
Posta un commento