sabato 25 febbraio 2012

La Lega Nord e le mistificazioni storiche

Alla ricerca di una motivazione plausibile che ne desse lustro e importanza, i poteri politici di ogni epoca hanno sempre ritenuto necessario riscrivere la storia per poter giustificare la loro esistenza e sopratutto, la legittimazione del loro potere.

Come primo eclatante esempio mi viene in mente quel mantovano di Virgilio Marone che, per compiacere il primo imperatore Ottaviano Augusto, scrisse l'Eneide dando ai pecorari latini le nobili origini di esuli troiani e perciò un lignaggio nobiliari ai fondatori della città eterna.

Nel medioevo, diversi regnanti, Carlo il Magno per esempio, fecero a gara per farsi ratificare dal papa in carica la qualifica di Imperatore del Sacro Romano Impero, con lo scopo di avere una legittimazione legale a poter invadere le popolazioni confinanti e ricostruire l'impero latino che era andato perduto; questa storia andò avanti sino agli Asburgo.

Con il XX secolo, il caso più eclatante di mistificazione fu quello operato dal nazismo che infilò la croce uncinata in ogni momento della storia tedesca, cercando di far passare l'idea che gli ideali nazisti fossero sempre stati presenti nella cultura germanica (ovvio che così non era).

Alla fine del secolo breve, la Lega Nord ci riprova sfoderando l'arcaico Sole delle Alpi, un simbolo effettivamente presente nella cultura storica alpina da tempi remoti. Su questa pagina, trovi i significati che oggi, la Lega Nord attribuisce a questo simbolo e, come si può ben vedere, essi travalicano i significati originali del simbolo e ne aggiungono di nuovi e strumentali per dare al partito politico una collocazione storica che in realtà non ha (essendo di nascita recente).

Intanto c'è da precisare che il Sole delle Alpi non è un sole e nemmeno è delle alpi, si tratta infatti di un simbolo che si ritrova già nella civiltà Assira, Egiziana ed Etrusca, ed è noto come Fiore della Vita. Non è nemmeno un simbolo celtico in senso stretto, infatti è presente in tutte le civiltà del centro italia e sardegna oltre che, naturalmente, nelle culture celtiche dell'arco alpino. Insomma, il Fiore della Vita è uno di quei simboli ancestrali condiviso da culture diverse.

Ora, tra i significati che la Lega Nord assegna al Fiore della Vita, c'è il seguente:
sta ad indicare infine i sei ceppi etnolinguistici della Padania: i Celto-italici, i Veneti, i Tedeschi, i Friulani, i Ladini e gli Occitani-Arpitani.
Il motivo di questa scelta è molto semplice e intuibile, l'intenzione è quella di unificare sotto la stessa bandiera popoli, etnie, culture storiche diverse (ormai estinte da un millennio) con lo scopo di accomunarle contro il predominio di Roma "Babilonia" Ladrona.
E giunti a questo punto, io comincerei a fare delle distinzioni, ma sopratutto, mi divertirò a ragionare alla leghista, cosa che per altro non richiede molto sforzo. br />
Innanzi tutto io sono Veneto, nato in Veneto e perciò discendente di quei Veneti che vivevano in queste lande 2000 anni prima di Cristo e che avevano ben poco da spartire con i Galli Boi, Insubri Cenomanni che vivevano nella pianura padana in quei tempi.

Anzi, noi Veneti siamo emigrati  in veneto, non si sa bene da dove, abbiamo fatto sloggiare gli Euganei e ci siamo presi le miniere di ferro e altro vicine a Padova. Con i Celti, quelli del Sole delle Alpi, abbiamo sempre avuto problemi perchè sono dei piantagrane.
Per fortuna, ad un certo punto sono arrivati i Romani che erano gente precisa e pagava in oro, già nel 390 a.C. avevamo fatto una serie di accordi con il Senato della Repubblica (Romana) perchè non ne potevamo più di quei barbari che pensavano solo a far casino, bere birra e far feste (che qui c'erano delle miniere da mandare avanti e non c'era tempo di andar rubar nelle case come faceva quel teppista di Brenno: uno che non ha mai lavorato in vita sua e si era messo a far politica).

Perciò, in virtù di questa realtà storica io penso che:
1) Io come Veneto con i Celti ho ben poco spartire.
2) Come dice un vecchio adagio: "mejo un roman in casa che un celta alla porta"
3) Ripensando al passato, dai celti della lombardia abbiamo avuto solo rogne (persino ai tempi della Serenissima con i lombardi l'era sempre una guerra.
4) Bossi e i suoi Celti prima di entrare in Veneto devono bussare e chiedere permesso perchè questa non l'è terra sua.
5) I Romani prima di entrare nel Veneto devono bussare, chiedere permesso ma tanto sanno che la porta è aperta perchè con loro c'è un contratto da lunga data ( e poi sono così simpatici; tranne Alemanno che, come dice il nome deve averci origini celtiche).

Morale: La storia ci insegna che il Veneto ci ha sempre guadagnato a stare con Roma, mentre a star con i lombardi no (ci chiamavano i terroni del nord, ricordate?). Ora, sti 4 scalzacani, si sono messi in testa di far la Padania e ci vogliono far credere che noi siamo tutti un popolo...che a mi, solo al pensiero di appartenere al stesso popolo del Trota o a Borghezio...basta, mi fermo qua.

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