Con questo concludiamo questo lungo scritto di Oreste del Buono pubblicato sul catalogo della mostra Dr Gir et Monsieur Moebius del 1983 a Siena.
Membri fondatori dell'associazione occulta sono, oltre a Moebius e a Jean Pierre Dionnet, instancabile suggestivo, spettrale teorico, il lussureggiante Philippe Druillet e l'intraprendente Bernard Farkas, ex poeta e amministratore già avviato a diventare anche ex amministratore. Il clamore suscitato è notevole. Ma il prim omerito incontrovertibile di Mètal Hurlant è proprio quello di pubblicare Arzach di Moebius. Chi è Arzach? tanto per cominciare, come si chiama veramente? Ogni volta che lo presenta su Mètal Hurlant, Moebius, infatti, ne scrive il nome in modo diverso: Arzach, Harzk, Arzak, Harzack... Comunque, si chiami, è un viandante dell'iperspazio o del microcosmo che non pronuncia una parola, un fumetto muto, ma urlante di colori e di significati impossibili. Quelli possibili, ovviamente, non interessano.
Come Arzach appare in volo su un uccellaccio, qualcosa di più di un semplice uccellaccio, un gran tapiro alato, un fantasma bianco di degenerazioni animali sbattente le ali, verso un roccione rosso abitato. Da una feritoia Arzach spia una donna che si sta spogliando o vestendo. La testa è avviluppata in un panno violaceo, ma il seno e il resto, le cosce nude sono promettenti, appetitose. Ma c'è qualcuno, un omaccio rossiccio che dall'alto del roccione protesta contro l'indiscrezione del guardone Arzach. Arzach tira il lazo, cattura il moralista, lo va appendere tra le ossa di uno sterminanto scheletro di animale preistorico, ma chissà se Arzach è nella storia. Un popolo d'ignudi verdi assiste alle sue manovre contro il turchino del cielo. Ed ecco che Arzach fa posare la sua alata cavalcatura sul roccione, scende a ghermire la preda. La donna s'è vestita, è una snella figura controluce, pronta si direbbe a conquista altrui. Arzach le si avvicina, posa le mani sulle spalle, la gira verso di sè. Non è una donna, è un animale orribile con due anali gialli per occhi, un naso da cagnone, una lingua arquata e ritorta peggio di un serpente o di uno scherzo da carnevale. Arzach riparte in volo. L'appeso tra l'ossame spolpato si tocca con un indice la testa a significare che Arzach è pazzo...
-Detto questo, devo comunicarvi che ho pensato di mettere il resto dell'artico in un prossimo post, che diciamo sarà quello più polposo, un finale pirotecnico, da non perdere. Vedi una scheda su Arzach
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