Terzo appuntamento con questo articolo di Oreste del Buono scritto per la mostra Dr. Gir et Monsieur Moebius del 1983.
Lo scapestrato fiero giovanotto replica dapprima di non poter accettare l'idea di combattere i conterranei sudisti. Tuttavia discutendo approda a un compromesso. Mike Steve Donovan arriva ad accettare l'idea di suonar la tromba per cambiar bandiera basta cominciare. A domanda, declina le proprie generalità. Generalità parzialmente nuove. Dice, infatti, di chiamarsi, come effettivamente si chiama, Mike Steve, ma il cognome lo ricava da un'occhiata a certe macchie oscuramente lucenti tra l'erba. Blueberry: mirtillo, insomma. L'importante è farci l'abitudine. Ce la fa molto presto il pubblico. Sono i tempi d'oro del western europeo, più western di quello americano. In Italia sale la stella di sergio Leone nel cinematografo. Pechè in Francia non dovrebbe salire la stella di Gir nel fumetto? (curioso questo riferimento alla stella, giusto negli anni in cui Moebius firma Sur l'Etoile per i cento anni della Citroen n.d.r.) Il successo è grande. Il Tenente Mirtillo non suona la tromba. Si replica. Si continua a replicare.
Si replicatanto che dopo una decina o una dozzina d'anni, jean Giraud se ne sente proprio saturo e decide di provare a percorrere un'altra strada. il western-mirtillo gli è venuto a noia come nel frattempo è venuto a noia il western-spaghetti a Sergio Leone. Però mentre Sergio Leone stenta a trovare il coraggio di tentare la nuova strada, Jean Giraud la tenta senza stare a pensarci molto. -Ero una specie di Dottor Jekill e Mister Hyde, quando ho deciso di mettere da parte per un poco Blueberry, produrne appena un episodio all'anno, il che vuol dire lavorare in sei mesi e, il resto del tempo, dedicarlo alla fantascienza...- questa dichiarazione di Jean Giraud a proposito della svolta della sua vita nei comics, ci permette di capirlo meglio. L'ha raccolta Dominique Isserman per Zoom, le magazine de l'immage di Joil Laroche, sempre così attento al fumetto oltre che alla fotografia. La troviamo in un vecchio numero del 1975, ma è sempre valida.
Il Mister Hyde, lettore pazzo di fantascienza, cultore di amiguità, di morbosità, di extrasapienza, di diversità, di alienità prende in mano l'attività di Jean Giraud, che appena rivelato dal proposito di cambiamento di Gir, si rinasconde sotto un altro pseudonimo, Moebius.
La trama dei nuovi fumetti di Jean Giraudm non più Gir, ma Moebius, si scopre presto, conta pocp, conta sopratutto il disegno. Lo scritto di Jean-Michel Charlier era tanto e pareva non volersi limitare alle nuvolette d'assegnazione, cercava di prevaricare sul disegno. Il disegno di Moebius ora o sopprime addirittura lo scritto o al massimo lo usa come un motivo ornamentale, uno svolazzo, un ghirigoro in più, non richiesto, facoltativo, in qualche modo superfluo, inifluente nel trionfo del colore o del bianco e nero. L'assenza di una trama tradizionale avrà un significato o non lo avrà? Moebius ha una poetica sua nella poetica del nuovo raggruppamento d'autori Les Humanoides Associès che ha appena dato alla luce Mètal Hurlant, science-fiction trimestrielle pour adultes, destinata a diventare presto a furor di popolo, mensuelle.
Quella degli Humanoides Associès, a detta del loro ideologo Jean-Pierre Donnet, è una misteriosa società segreta, una centrale d'energia pronta a tutto per poter esporre sulla carta intimi sogni e putridi fantasmi, per dar corpo alla realtà con un poco d'inchiostro e d'amore ad altri universi. Mètal Hurlant vuole essere un giornale di fantasmi che utilizza la tecnica del fumetto d'avventura, un modo per rendere credibili gli universi più deliranti. (continua nel prossimo post).
Vedi Jean Michel Charlier su Datacomics
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