Nelle prime ore del 30 agosto 1977, Roco C. e Miche G. stavano viaggiando in auto sulla provinciale che unisce Sturno a Frigento. Sul lato della strada, tra la macchia mediterranea, notarono una luce rossa lampeggiante a circa una sessantina di metri di distanza.
I due, si diressero a piedi verso la fonte luminosa, muovendosi cautamente tra i cespugli. Avvicinandosi, constatarono tra il fogliame la presenza di tre fonti luminose pulsanti che sembravano provenire da una radura nella vegetazione (a loro semicoperta dal fogliame). presi da un improvviso senso di insicurezza i due fecero dietro front e scesero a Sturno.
Nonostante l'ora avanzata, complice la calda notte estiva, i due giovani trovarono in paeseAmelio C. Antonio P. e Arturo A. a cui raccontarono l'esperienza appena fatta.
Il quintetto decise ritornare sul posto a verificare il fatto. Giunti che furono, riscontrarono che le luci ancora brillavano nella macchia ma, trattenuti da un inspiegabile timore non si avvicinarono e ripresero la via del paese.
Nel tornare, notarono che sul fianco della collina, dove si trovava una cava abbandonata, si diffondeva un alone luminoso. Si recarono a vedere e si trovarono di fronte ad un umanoide vestito di una tuta aderentissima dai riflessi eargentei, che si muoveva come un automa con gesti meccanici e spostandosi sul ripido pendio in un modo che sarebbe stato impossibile per un essere umano.
Il gruppo si avvicinò cautamente all'alta figura, sino ad una distanza di circa cinque metri, a quel punto il Amelio C. accese una torcia per meglio vedere la creatura che, colpita dalla luce, allargò le braccia, compì un semicerchio e indicò la luna; dopo questo strano gesto, dal suo casco scaturì un raggio di luce che abbagliò i testimoni che, presi dal panico se la diedero a gambe.
Ritornati qualche minuto dopo, poterono constatare che il misterioso figuro se n'era andato e che i fenomeni luminosi erano scomparsi.
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